La Corte di Appello aveva parzialmente riformato la sentenza gravata, solo per quanto concerne un episodio di aborto

Con la pronuncia n. 50060/2016 la Corte di Cassazione ha affrontato un caso di aborto in relazione al reato di associazione per delinquere.

L’associazione per delinquere si configura quando tre o più persone si associano allo scopo di commettere più reati. Il tutto realizzando una minima organizzazione, anche di tipo rudimentale, che consenta agli stessi di attuare con continuità il programma criminoso avuto di mira.

Pertanto, per parlare di associazione per delinquere, occorre che almeno tre persone siano consapevoli di far parte del sodalizio criminale per commettere più delitti.

Bisognerà poi distinguere tra promotori e partecipi. I primi si fanno iniziatori dell’associazione, mentre i secondi assolvono ai compiti loro assegnati.

Nel caso di specie preso in esame dagli Ermellini, Tizio, Caio e Sempronio, di nazionalità nigeriana, risultavano imputati per il delitto di associazione.

Delitto finalizzato, nello specifico, a consumare atti di interruzione della gravidanza. Questi atti venivano praticati nei confronti di donne loro connazionali.

Tali casi di aborto si erano inoltre verificati all’interno di uno studio medico di cui i tre soggetti avevano la disponibilità.

Il seguito alla scelta da parte dei tre del rito abbreviato, il G.U.P. ha emesso una sentenza di condanna nei confronti di tutti gli imputati.

In seguito, la Corte di Appello ha parzialmente riformato la sentenza gravata, solo per quanto concerne un episodio di aborto.

Con la sentenza in commento, infine, la Corte di Cassazione ha annullato il provvedimento impugnato, ma solo per quanto concerne la concreta quantificazione della pena.

Dopo aver esaminato sommariamente l’iter processuale, occorre focalizzarsi sul reato di associazione per delinquere, di cui all’art. 416 c.p..

Ma, in particolare, sulla rappresentazione della disciplina legislativa dettata in materia di aborto, come ben evidenziato nell’accurata analisi su questo argomento dell’Avv. Aldo Antonio Montella.

 

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