Medici e amministratori tra i 15 denunciati nella vicenda di appalti truccati per gestire una casa di riposo e favorire la ‘ndrangheta

I carabinieri hanno condotto un’operazione riguardante un caso di appalti truccati per gestire una casa di riposo nel Canavese.

Tra i 15 denunciati figurano medici e amministratori del Comune di Favria e una persona è stata arrestata.

La maxi inchiesta sulle infiltrazioni mafiose ha messo in luce un giro di appalti truccati per gestire una casa di riposo e favorire la ‘ndrangheta.

Nello specifico, si indaga su un appalto da due milioni e mezzo di euro con cui si sarebbero favoriti gli interessi di esponenti legati alla’ndrangheta della Locale di Desio.

Nel giro sono coinvolti sindaci e medici dell’Asl. I carabinieri de hanno arrestato P.M., 45 anni, già in carcere per reati simili.

L’uomo era stato arrestato a luglio durante la prima fase dell’indagine in cui era stato coinvolto Gennaro Gattuso, allenatore del Milan che si è sempre dichiarato estraneo a tutti i fatti e che infatti non è coinvolto nella seconda tranche dell’indagine.

Il nome dell’allenatore ed ex calciatore era finito nell’inchiesta della procura di Ivrea per alcuni affari di un’azienda agricola di Gallarate. I due erano amici e M. era diventato il socio occulto di quell’operazione.

Con il suo arresto, sono state denunciate anche 15 persone, amministratori pubblici del Comune di Favria e medici dell’ASL To1 e To 4.

Nella vicenda di appalti truccati le accuse vanno dal trasferimento fraudolento di valori al falso in atto pubblico, turbativa d’asta aggravati, ricettazione, riciclaggio e induzione indebita. Tutti i reati sono aggravati dall’agevolazione mafiosa.

L’inchiesta è stata avviata nel 2010 per i dubbi sulla casa di riposo di Favria, la Casa del Sole, su cui l’arrestato aveva deciso di mettere le mani.

L’uomo, infatti, ha gestito la casa di riposo per due anni, fino a luglio 2013 e ha intascato 100mila euro, erogati dagli enti pubblici per la gestione della struttura.

In base alle indagini è emerso che l’imprenditore aveva investito altri 200 mila euro nell’attività della casa di riposo. Molto di questo denaro era stato reinvestito in altre attività nell’area del canavese.

Gli amministratori e i medici dell’Asl finiti nell’inchiesta sono accusati di aver favorito l’arrestato nell’aggiudicazione del bando.

 

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