La caposala non avrebbe tenuto conto del rischio cadute del paziente dimenticandosi di specificare al tecnico di radiologia che l’uomo non era in grado di reggersi in piedi

Una radiografia che si trasforma in tragedia a causa di una caduta. La vicenda risale alla seconda metà di maggio 2014 quando un 67enne sardo, ex maresciallo dei carabinieri, viene ricoverato all’Ospedale di Nuoro per alcuni problemi di salute. Gli vengono prescritti degli accertamenti tra cui, per l’appunto, una radiografia; ma nel corso dell’esame l’uomo cade vicino al macchinario sbattendo la testa e muore per le conseguenze della caduta.

L’inchiesta aperta dalla Procura a seguito del decesso è giunta nelle ultime settimane alla fase conclusiva e  a metà novembre è prevista la prima udienza preliminare  davanti al gup. Come riportato dal Sostituto Procuratore nell’avviso di chiusura delle indagini, “il tecnico di radiologia faceva eseguire a…(..)… in posizione eretta l’esame radiografico nel corso del quale il paziente cadeva a terra sbattendo la testa su di un tavolo e riportando lesioni che determinavano il decesso (o comunque lo acceleravano aggravandone le condizioni) in data 22 maggio 2014, ovvero a distanza di soli tre giorni dall’ingresso in ospedale”.

L’inchiesta, giunta alla fase conclusiva, vede iscritta nel registro degli indagati un’infermiera del nosocomio con l’accusa di omicidio colposo. “In qualità di caposala – si legge nell’avviso della Procura – in servizio presso il reparto di Medicina dell’ospedale, e come tale titolare di specifica posizione di garanzia nei confronti dei pazienti, per imperizia nell’esercizio della professione infermieristica, cagionava o comunque accelerava, aggravandone le condizioni, la morte di …(..)…, paziente per il quale risultava, nella scheda valutazione rischi cadute redatta dallo stesso ospedale, un valore pari a 5, classificato nella scala di Conley come rischio caduta medio”.

La donna quindi, secondo l’accusa, non tenendo conto del valore riportato in tale scheda di valutazione, si sarebbe dimenticata di specificare che il paziente non era in grado di reggersi in piedi dando specifiche disposizioni per accompagnarlo nei laboratori di radiologia. Di conseguenza il tecnico di radiologia faceva eseguire alla vittima l’esame radiografico in posizione eretta; circostanza che avrebbe portato all’incidente fatale.

 

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