La vicenda di un chirurgo oculista assolto perché il fatto non sussiste dopo un processo lungo 3 anni: era accusato anche di truffa e concussione

Dopo un processo durato 3 anni, Stefano Zenoni, il chirurgo oculista assolto dalle accuse di peculato, abuso d’ufficio, concussione, falso, violenza privata e truffa aggravata ai danni dello Stato, ha affidato a “Bergamo Post” una lunga lettera.
Con questa, ha raccontato il vero e proprio calvario vissuto in questi anni, e che ha colpito gravemente la vita personale e professionale del chirurgo oculista assolto.
“Per dodici anni ho guidato il reparto di oculistica degli Ospedali Riuniti di Bergamo, quello che oggi è il Papa Giovanni”  scrive Zenoni.
“Ho vissuto una vita felice e ricca di successi professionali: nei primi anni ai Riuniti siamo passati da 600 a 1500 interventi, per arrivare poi a quota duemila”.
Una vita professionale ricca di soddisfazioni.

Fino a quando viene avviata un’indagine della magistratura a suo carico.

L’obiettivo è quello di accertare se alcuni pazienti avessero goduto di una corsia preferenziale.
“Non sapevo nulla dell’inchiesta – prosegue Zenoni – a me non era arrivato alcun avviso di garanzia. I carabinieri cominciarono a sentire i miei medici e un po’ mi preoccupai perché temevo che qualcuno di loro avesse combinato qualcosa.
Finché una mattina venne un militare a dirmi che mi sarei dovuto presentare per rispondere ad alcune domande. Ero talmente tranquillo che non informai neppure il mio avvocato”.
Il chirurgo oculista assolto a quel punto ha scoperto che la Procura aveva chiesto il suo arresto, ma il Gip aveva avanzato dei dubbi e consentito solo di valutare l’opportunità della sospensione.
Quindi, sono emerse anche le accuse a carico di Zenoni.
Accusato di peculato, abuso d’ufficio, concussione, falso, ancora concussione, violenza privata e truffa aggravata ai danni dello Stato.
Ma ecco nel dettaglio le accuse descritte dal chirurgo oculistico assolto.
“Peculato e abuso d’ufficio perché la segretaria dell’ospedale veniva nel mio studio privato fuori dal suo orario di servizio.
Concussione perché per le visite di controllo avrei indotto 10 pazienti a usufruire di prestazioni private a pagamento invece di quelle del Servizio Sanitario nazionale.
Falso perché avrei falsificato 108 cartelle sanitarie.
Violenza privata perché quale dirigente medico avrei minacciato i colleghi costringendoli a concorrere nella falsificazione delle cartelle.
Un’altra concussione per avere indotto come pubblico ufficiale i pazienti a sottoporsi a visite private a pagamento presso il mio studio al fine di accelerare gli interventi chirurgici.
Truffa aggravata ai danni dello Stato per avere lavorato in un giorno di malattia.
Abuso d’ufficio perché avrei arrecato un danno ingiusto ai colleghi attraverso la creazione di una mia lista di operati che avevano avuto una corsia preferenziale”.

Tutte accuse che, dopo tre anni di processo, sono venute a cadere perché il fatto non sussiste.

Ma mentre l’inchiesta era in corso, Zenoni decide di dimettersi dall’ospedale.
“Era il 26 gennaio 2012. – prosegue il chirurgo oculista assolto – Dopo di allora ci sono stati tre anni di processo e alla fine di novembre del 2014 è arrivata la sentenza di primo grado: assolto perché il fatto non sussiste salvo che per alcune cartelle sanitarie, per le quali fui condannato a due anni. La sentenza venne appellata per la parte riguardante le cartelle e il 1 ottobre 2015 sono stato scagionato anche da questa accusa. Il fatto non sussisteva neppure qui. Ora la vicenda è definitivamente chiusa”.
 
 

Sei un medico e sei stato accusato ingiustamente? Scrivi per una consulenza gratuita a redazione@responsabilecivile.it o telefona al numero 3927945623 

 
 
Leggi anche:
ASSOLTI I TRE MEDICI CHE NON AVEVANO DIAGNOSTICATO UNA TROMBO-EMBOLIA

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui