Confermata, in sede cautelare, la decisione assunta dal Tar Friuli Venezia Giulia nei confronti del ricorso presentato da alcuni genitori contro la profilassi obbligatoria per i bambini nei servizi educativi del Comune di Trieste

II Consiglio di Stato che si è pronunciato, in sede cautelare, sull’obbligo di vaccinazione introdotto dal Comune di Trieste per l’accesso ai servizi educativi comunali da 0 a 6 anni (nido, scuola materna, spazi gioco, servizi integrativi, sperimentali e ricreativi). Tale obbligo, secondo l’organo giudiziario “oltre ad essere coerente con il sistema normativo generale in materia sanitaria e con le esigenze di profilassi imposte dai cambiamenti in atto (minore copertura vaccinale in Europa e aumento dell’esposizione al contatto con soggetti provenienti da Paesi in cui anche malattie debellate in Europa sono ancora presenti), non si pone in conflitto con i principi di precauzione e proporzionalità.
La legittimità del provvedimento della Municipalità triestina era stata contestata da alcuni genitori, secondo quanto riporta una nota dello stesso Consiglio di Stato, sulla base del cosiddetto principio di precauzione, “non avendo avuto dalle autorità sanitarie una completa informazione sul rapporto costi/benefici delle vaccinazioni (inclusa la possibilità di eseguire preventivi accertamenti sanitari per poter escludere il rischio di reazioni avverse)”.
La domanda cautelare, tuttavia, è stata rigettata, confermando la decisione assunta dal Tar Friuli Venezia Giulia. I Giudici hanno osservato in particolare, come “il principio di precauzione – secondo cui in presenza di un’alternativa che presenti un rischio per la salute umana non dimostrato ma neppure smentito dal sapere scientifico, il decisore pubblico deve optare per la soluzione che neutralizzi o minimizzi il rischio in questo caso, opera a tutela della salute pubblica ed in particolare della comunità in età prescolare, prevalendo sulle prerogative sottese alla responsabilità genitoriale”.

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