Potrebbe entrare in vigore a maggio in contemporanea con il nuovo Regolamento sulla Privacy

La Commissione Europea ha presentato lo scorso gennaio una proposta di Regolamento per disciplinare il trattamento dei dati personali e la tutela della vita privata nell’ambito delle comunicazioni elettroniche. La normativa sulla cosiddetta ePrivacy, sarebbe destinata a entrare in vigore direttamente negli Stati membri abrogando l’attuale Direttiva 2002/58/EC. Nelle intenzioni della Commissione tale passaggio dovrebbe avvenire il prossimo maggio, in contemporanea con il nuovo Regolamento Privacy 2016/679
Tra le principali novità è prevista l’estensione dell’ambito di applicazione, che comprenderà anche i trattamenti legati allo scambio di e-mail e messaggi online attraverso i nuovi servizi di comunicazione elettronica (Whatsapp, Facebook Messenger, Skype, Viber etc).
Vengono snellite poi le regole relative ai cookies con l’abolizione della necessità del consenso dell’utente al salvataggio degli stessi  purché l’unico fine sia il miglioramento della navigazione dell’utente, come nel caso, ad esempio, della memorizzazione degli articoli inseriti dall’utente nel proprio carrello in uno sito di e-commerce.
Un’ulteriore semplificazione è rappresentata dall’obbligo di rendere anonimi o eliminare il contenuto delle comunicazioni elettroniche nonché dei meta dati nel caso in cui gli utenti non abbiano rilasciato un consenso esplicito al loro utilizzo, salvo la necessità di tali dati per specifiche finalità e nei limiti in cui sia giustificata la loro conservazione.
Previste maggiori tutele in tema di spam con il rafforzamento per gli operatori, in assenza di consenso da parte dell’utente, del divieto di invio di ogni tipo di comunicazione indesiderata, sia a mezzo e-mail che telefonica; gli utenti, inoltre, avranno a disposizione dei servizi facilmente attivabili per il blocco generalizzato delle chiamate in forma anonima o provenienti da specifiche numerazioni.
Quanto alle conseguenze derivanti dalla violazione della nuova normativa, il Regolamento dispone un inasprimento delle sanzioni amministrative che potrebbero arrivare sino a 20.000.000 di euro o al 4% del fatturato annuo a livello mondiale dell’impresa sanzionata.

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