Cosa è importante sapere a proposito di equo compenso ad avvocati e altri professionisti: ecco come far rispettare i propri diritti

Ecco una breve guida a proposito dell’ equo compenso ad avvocati e altri professionisti.
Con il Dl fiscale da poco approvato al Senato sono state introdotte due nuove e importanti tutele per i lavoratori autonomi.
La prima è il diritto a un equo compenso ad avvocati e altri professionisti. La seconda, il divieto per tutti loro di clausole vessatorie.
Prima di tutto, è bene ricordare che tali nuove tutele si aggiungono a quelle che già previste dalla legge 81/2017 per le “clausole abusive” e gli abusi di dipendenza economica nei confronti dei lavoratori autonomi.
Inizialmente, tali norme nascevano solo per gli avvocati, ma nella redazione finale del testo la loro applicazione è stata estesa a tutti i lavoratori autonomi.
Per gli avvocati, il riferimento saranno i parametri stabiliti con il Dm 55/2014 utilizzati dai tribunali.
Quanto alle altre professioni ordinistiche varranno i parametri utilizzati dai tribunali. Il diritto all’equo compenso scatterà quando il committente è una banca, un’assicurazione o una grande azienda.

L’equo compenso, quindi, vale anche per tutti i rapporti di lavoro autonomo che interessano professionisti, iscritti o meno a Ordini e Collegi, i cui parametri sono definiti dai dm di attuazione del dl 1/2012, il “Cresci Italia”.

Dovendo definire l’ equo compenso ad avvocati e altri professionisti questo va considerato come il diritto del lavoratore a percepire un emolumento proporzionato a quantità e qualità del lavoro svolto.
Non solo. Esso deve essere proporzionato al contenuto e alle caratteristiche della prestazione quando la controparte è un contraente forte come banche e assicurazioni.
Ne consegue, pertanto, che le convenzioni preparate da imprese diverse da quelle micro, piccole e medie si intenderanno predisposte in modo unilaterale fino a prova contraria.

Ma saranno considerate vessatorie se determinano un significativo squilibrio del compenso a carico dell’avvocato o del professionista.

 
Sempre riguardo alle clausole vessatorie, queste sono tali anche quando riservano al cliente la facoltà di modificare unilateralmente le condizioni del contratto.
Inoltre, sono vessatorie anche se gli attribuiscono la facoltà di pretendere prestazioni aggiuntive che l’avvocato deve erogare a titolo gratuito.
Infine, per quanto concerne la pubblica amministrazione, questa deve garantire l’equo compenso per le prestazioni relative a incarichi successivi all’entrata in vigore della novella. Per il resto alle convenzioni si applicano le disposizioni del codice civile.
 
 
 
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