Anelli: formazione specialistica necessaria per garantire a chi entra di non rimanere in un limbo di disoccupazione e sottoccupazione

Sono più di quindicimila i camici bianchi pronti a entrare nel Servizio sanitario nazionale. Si tratta di medici a tutti gli effetti – laureati e abilitati – ma ancora privi di quelle competenze ultraspecializzate che ne faranno professionisti completi. Per raggiungere questo traguardo devono superare un ultimo step: la formazione specialistica.

A tal fine, devono meritarsi, tramite un concorso, un posto in una scuola di specializzazione o al Corso triennale di formazione specifica in Medicina Generale. Il tutto dopo aver superato il test per l’accesso a Medicina, aver studiato e sostenuto esami per almeno sei anni, aver discusso la tesi di Laurea, espletato il tirocinio e acquisito l’abilitazione.

I contratti di formazione specialistica, tuttavia, sono quasi settemila, mentre le borse per il Corso per la Medicina Generale superano di poco le duemila unità. Senza contare che molte borse e contratti vanno, di fatto, “sprecati” in quanto i candidati possono partecipare a più concorsi.

Chi non riesce ad entrare rimane intrappolato, anche per anni, in un limbo formativo fatto di disoccupazione e sottoccupazione nell’attesa del prossimo concorso. Il numero di questa schiera è destinato a ingigantirsi a ogni sessione di abilitazione. La situazione rischia poi di esplodere se si decidesse di abolire di punto in bianco il numero chiuso per l’accesso alla facoltà di Medicina.

L’allarme arriva dalla FNOMCeO.

“Si sente spesso dire che, nel nostro Servizio Sanitario Nazionale, mancano e mancheranno i medici – spiega il presidente Filippo Anelli –. È vero, ma si omette un passaggio fondamentale: per entrare nel Ssn non basta essere medici. Occorre completare la Formazione specializzandosi o formandosi specificamente per la medicina generale. Né potrebbe essere altrimenti: per noi la formazione è un unicum, che va dall’accesso alla specializzazione, passando attraverso la laurea”.

Per questo la Federazione chiede con convinzione e insistenza al Governo di ripensare a tutto tondo il percorso formativo del medico. L’obiettivo è garantire a chi entra di poter uscire completamente formato.

“Quello che chiediamo – sottolinea Anelli – è un cambiamento di sostanza e non di superficie, che permetta ai nostri giovani medici di diventare professionisti di qualità al servizio dei cittadini e che restituisca, in cambio delle loro speranze e sacrifici, non facili e fallaci illusioni, ma un futuro solido e reale per loro e per il nostro SSN.”

 

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