Ricostruito il ruolo di tutti gli indagati nell’ambito di una frode assicurativa che prevedeva la costruzione di incidenti ‘fantasma’ per intascare i risarcimenti

Associazione a delinquere, truffa, frode assicurativa, corruzione in atti giudiziari, falsa testimonianza, falso ideologico. Sono alcuni dei reati contestati, a vario titolo, ai 230 indagati nell’ambito di una maxi inchiesta della Procura di Catanzaro.

L’operazione è stata denominata “Violentemente investito 2”, sulla scia di una precedente indagine che nel 2014 aveva portato all’esecuzione di 20 arresti e alla denuncia di 156 soggetti.

Nel mirino degli inquirenti un sistema di presunte truffe ai danni di alcune compagnie assicurative e del Fondo di garanzia per le vittime della strada. Il meccanismo prevedeva la costruzione a tavolino di incidenti ‘fantasma’. Il tutto mediante la produzione di false prove e false testimonianze.

E’ quanto ricostruito nell’avviso di chiusura delle indagini firmato dai Pm, dal procuratore capo e dal procuratore aggiunto del capoluogo di provincia calabrese. Lo scopo era quello di trarre illecitamente profitto dai risarcimenti delle compagnie assicurative, passando attraverso i processi celebrati davanti al giudice di pace.

Tra gli indagati, anche avvocati e medici.

Alcuni dei professionisti erano stati già coinvolti in un primo filone di inchiesta condotto dal Pm e dalle Fiamme a luglio dello scorso anno. Il procedimento aveva visto inizialmente la denuncia di 263 persone di ogni età. Tra loro numerosi disoccupati, ma anche studenti, commercianti e soggetti con precedenti penali, tutti residenti nella provincia di Catanzaro.

La Procura avrebbe ricostruito i ruoli di tutti gli indagati, differenziandoli a seconda dei compiti rivestiti. Dai “procacciatori” e organizzatori di falsi sinistri, ai “suggeritori” per i testimoni e i professionisti incaricati di rappresentare in giudizio le istanze delle presunte vittime. Un camice bianco, inoltre, sarebbe stato individuato come “redattore di falsa documentazione sanitaria”.

 

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