Avviata una indagine per peculato a Conselve (Padova). Un infermiere è accusato di furti di medicine. Avrebbe rubato anche altro materiale sanitario

Un infermiere in servizio all’ospedale di Conselve, in provincia di Padova, è accusato di furti di medicine. Tutto sarebbe iniziato nell’ottobre scorso.

In quel periodo era stata un’addetta alle pulizie del nosocomio ad accorgersi che l’uomo, un 50enne, aveva chiuso nel suo armadietto personale, in spogliatoio, una sfilza di medicinali.

Il tutto guardandosi intorno con fare circospetto, quasi come se non volesse essere visto.

La signora, prima di tutto per senso civico, aveva segnalato l’episodio ai superiori. Il tutto anche per fugare dubbi sul suo conto, in caso di eventuali ammanchi.

Anche perché la donna aveva le chiavi per accedere alle stanze dove erano custoditi i medicinali.

A quel punto è immediatamente scattata una verifica interna della Direzione sanitaria. Subito dopo è stata inoltrata una segnalazione alla procura della Repubblica. E così, a causa dei furti di medicine, è finito sotto inchiesta un infermiere, S.M., di 50 anni.

Il pubblico ministero padovano Sergio Dini gli ha contestato il reato di peculato.

A svolgere l’indagine sono stati i carabinieri del Nas (Nucleo antisofisticazione), i quali hanno cominciato a controllare a distanza l’infermiere.

Contestualmente, l’ospedale ha quantificato l’entità del materiale sanitario in entrata e poi quello fermo in magazzino.

Ed è lì che sono emersi diversi ammanchi e non solo riguardanti i furti di medicine.

Sembra infatti che all’appello mancassero, oltre al Tavor e Bentelan, anche prodotti quali garze, siringhe, forbici, cerotti. Da qui si è giunti alla contestazione dell’accusa all’infermiere.

L’uomo è anche un appassionato maratoneta e da qui è arrivata l’ipotesi di doping.

C’è infatti il sospetto che, almeno alcuni di quei farmaci, potessero essere impiegati in occasione di alcune gare.

 

 

 

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