Respinta la richiesta di assegno divorzile di una donna colpevole, secondo i giudici, di inerzia nel reperire un’occupazione

Il Tribunale di Treviso ha negato ad una ex moglie i 1.900 euro al mese che pretendeva come assegno divorzile. Non solo, i Giudici hanno deciso anche di interrompere la corresponsione dei 1.100 euro mensili che, da oltre un anno, riceveva dal suo ex marito. La donna dovrà quindi mantenersi da sola perché in base alla sentenza sarebbe ravvisabile “una sua inerzia colpevole nel reperire un’occupazione”. La notizia è riportata dal Corriere del Veneto.
In base alla sentenza, la donna avrebbe potuto reinserirsi sul posto di lavoro, ma non avrebbe trovato finora un’occupazione in quanto ‘scansafatiche’. Secondo il giudice, in particolare, “a prescindere dal divario reddituale e patrimoniale, non essendovi stato alcun sacrificio, non vi è alcun diritto a un assegno divorzile”.

L’ex marito è un professionista trevigiano con uno stipendio che supera i quattromila euro e la casa pagata dall’azienda per la quale lavora.

La coniuge, invece, è una trentacinquenne di origini sudamericane, laureata in commercio estero e disoccupata. Secondo quanto riporta il quotidiano veneto, la coppia si era sposata nel 2007 e per alcuni anni aveva vissuto, prima di trasferirsi definitivamente nel Trevigiano.
Nel 2017 è arrivata la decisione di separarsi. La donna ha spiegato di aver sempre seguito il marito nei suoi trasferimenti lavorativi, accettando di abbandonare il suo Paese d’origine pur di rimanergli accanto. Per lui avrebbe anche lasciato il lavoro da segretaria e in seguito, non avrebbe più trovato un’occupazione stabile. A suo dire sarebbe stata penalizzata nei colloqui  perché non in grado di parlare bene la lingua.
Secondo il Tribunale, tuttavia, nonostante il divario economico tra i due ex coniugi, la signora non ha alcun diritto al mantenimento. Non solo. Dovrà anche pagare all’ex marito le spese legali.
 
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