Previste due fasi, una di controllo generale e una di controllo mirato, per i lavoratori esposti ad amianto che richiedano assistenza

Governo e Regioni che hanno sancito l’intesa in cui si stabilisce un protocollo di sorveglianza sanitaria per i lavoratori esposti ad amianto. La procedura, per ogni lavoratore che richiede l’assistenza, in esenzione di spesa per l’interessato, prevede due fasi.

La prima fase, di controllo generale, prevede l’anamnesi fisiologica, familiare, patologica prossima e remota per raccogliere informazioni su altri possibili fattori di rischio, occupazionali e non. Prevista inoltre l’anamnesi lavorativa per permettere un’adeguata valutazione del livello di esposizione nel periodo di attività.

Solo dopo aver accertato lo stato di “ex esposto” scattano ulteriori controlli: visita medica ed esame clinico con particolare riguardo all’apparato respiratorio; esame spirometrico basale; accertamento radiologico (se ricorrono determinate condizioni).

Per i soggetti che risultano negativi sotto il profilo  clinico-strumentale è consigliabile un controllo periodico almeno triennale fino a 30 anni dalla cessazione dell’esposizione.

Per i soggetti che presentano  asbestosi e/o placche pleuriche diffuse, invece,  è necessario un riesame preferibilmente a cadenza annuale. In tal caso è consigliabile l’effettuazione di prove di funzionalità respiratoria associata eventualmente a esami radiologici.

La visita medica deve completarsi con un’attività di counseling breve per la riduzione dei rischi da esposizioni occupazionali e voluttuarie. Al lavoratore vanno fornite informazioni sulle patologie legate all’esposizione ad asbesto; sull’opportunità di sospendere l’esposizione a polveri o irritanti delle vie respiratorie;  sull’importanza  di  stili  di  vita  salutari  e  in  particolare,  ai  soggetti  con  asbestosi, sull’importanza di sottoporsi a vaccinazione contro l’influenza e lo pneumococco.

Il lavoratore, inoltre, deve essere informato sulla necessità di tornare a visita, in caso di comparsa di sintomi respiratori. Un passo necessario per procedere agli eventuali accertamenti, ricevere informazioni sul possibile riconoscimento previdenziale e sull’iter da seguire in caso di denuncia di malattia professionale.

La seconda fase si attiva in relazione a quanto emerso nella prima e alla necessità di un approfondimento diagnostico di sospetta patologia amianto correlata. Vengono effettuati ulteriori esami, che devono poter essere eseguiti con percorsi di accettazione facilitati, adottando il follow up previsto per la specifica malattia.

 

 

Leggi anche:

AMIANTO, IN ITALIA ANCORA 40 MILIONI DI TONNELLATE IN CIRCA 50MILA SITI

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui