Solo in Italia, mancano 51mila infermieri. A lanciare l’allarme è la Fnopi che si rivolge alle Regioni e al ministro Grillo chiedendo di non sottovalutare il problema

Nel nostro paese, mancano 51mila infermieri. Un dato messo in luce da Fnopi e confermato anche da Oms Europa nel documento sull’Italia predisposto per la sua 68ª Assemblea generale in svolgimento in questi giorni a Roma.

In base ai dati raccolti, infatti, percentualmente ci sono molti medici (rispetto al numero di abitanti), ma pochi infermieri (rispetto al numero di medici).

Una situazione complessa, anche a fronte di una carenza di infermieri capillare in tutta Italia.

Nel nostro Paese, infatti, il rapporto con i medici invece di essere di uno a tre come indicato a livello internazionale, crolla a volte fino a sfiorare la parità (1:1),.

Circostanza che non garantisce un adeguato impegno assistenziale.

Eppure, denuncia Fnopi, si parla solo di carenza di medici.

Il numero degli operatori del sistema sanitario è però cresciuto negli ultimi dieci anni. La percentuale di medici è di 3.8 ogni 1000 abitanti, un valore più elevato rispetto alla media Ue (3.6). Invece il numero di infermieri rimane basso. Ce ne sono 6.1 ogni 1000 abitanti, mentre la media Ue è di 8.4.

A dimostrarlo non è solo il rapporto infermieri-medici, ma anche l’analisi sui dati della Rilevazione forza lavoro dell’ISTAT.

Sembra infatti che circa il 40% degli infermieri occupati nel Ssn svolga straordinario. Si tratta quindi su circa 270mila dipendenti di 108mila unità di personale.

Ebbene, di questo straordinario circa il 4,5-5% è in eccesso rispetto ai normali parametri, il che significa che su 180mila unità di personale, per ridurre di questa percentuale lo straordinario, sarebbero necessarie 49.000 – 54.000 unità aggiuntive di personale, in linea quindi con il personale mancante in base al rapporto infermieri-medici.

Alla luce di questi dati e del fatto che in Italia mancano 51mila infermieri, FNOPI ha chiesto un incontro urgente con il ministro della Salute Giulia Grillo e con le Regioni.

Sul fronte della carenza di infermieri, le uniche Regioni che hanno raggiunto la media del rapporto 1:3 tra medici e infermieri sono, secondo l’analisi condotta dal Centro studi FNOPI, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Molise e Bolzano (queste ultime due hanno una sola azienda sanitaria).

Il resto d’Italia, invece, presenta carenze regionali per raggiungere il rapporto ottimale di cura tra medici e infermieri che vanno dai 9.755 infermieri in meno della Sicilia ai 616 infermieri in meno nelle Marche.

Il problema è quindi l’assistenza ai pazienti, che ne risente notevolmente. Ogni infermiere dovrebbe assistere al massimo 6 pazienti per ridurre del 20% la mortalità. Attualmente ne assiste in media 11 e nelle Regioni dove la carenza è maggiore si arriva anche a 17.

Il problema non viene risolto, ma solo tamponato con il massiccio ricorso ad agenzie interinali e cooperative per risparmiare e non assumere personale.

Una situazione che, per Fnopi, richiede misure immediate e risolutive. Anche perché un mancato intervento oggi non avrà possibilità di essere riparato domani.

 

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