La Federazione Italiana Medicina di Emergenza Urgenza e delle Catastrofi, tuttavia, ritiene necessario il conseguimento della specializzazione nei successivi cinque anni in modalità sovranumeraria non retribuita e senza interruzione di servizio

La specializzazione in Medicina di Emergenza – Urgenza, istituita con decreto ministeriale 118/2006, resta il requisito essenziale per l’accesso ai concorsi. E’ quanto sostiene la Federazione Italiana Medicina di Emergenza Urgenza e delle Catastrofi.

FIMEUC, tuttavia,  sottolinea come l’attuale situazione sia insostenibile dal punto di vista dell’esigibilità e delle prestazioni. Ciò a causa della carenza  di laureati in medicina, del ristretto numero di posti di specializzazione, nonché dell’elevato numero di pensionamenti in progressivo incremento.

Per tali ragioni l’emendamento al Decreto Semplificazione che prevede l’accesso alle procedure concorsuali in medicina d’urgenza anche senza possedere la specializzazione “trova una sua motivazione pratica ed una  necessaria condivisibilità”.  Lo afferma il presidente della Federazione, Fabiola Fini.

Il provvedimento all’esame del Senato, nello specifico, apre alla possibilità di partecipare ai concorsi in programma fino al 31 dicembre 2019 a chi possiede almeno quattro anni di esperienza, anche non continuativa, presso “i servizi di emergenza-urgenza” in ospedale. Il requisito deve essere comprovato da contratti a tempo determinato, di collaborazione coordinata e continuativa o da altre forme di rapporto di lavoro flessibile. In alternativa, occorre un documentato numero di ore di attività equivalente ad almeno quattro anni di servizio del personale medico del Ssn a tempo pieno.

Il Coordinamento Nazionale della FIMEUC – spiega la rappresentante della Federazione – “auspica  che gli effetti  dell’emendamento si applichino anche  all’attività dell’ emergenza territoriale”.

Permane la necessità, secondo l’organizzazione,  che il superamento del concorso debba essere completato da un debito formativo. Ovvero dal conseguimento, nei successivi  5 anni, della specializzazione in Emergenza Urgenza,  in modalità sovranumeraria non retribuita e senza interruzione di servizio.

“Tale misura – aggiunge Fini – risponde solo parzialmente al deficit di medici necessari al funzionamento dell’intero sistema dell’emergenza. Ma risolve contestualmente un aspetto giuridico di chi già opera nel sistema da anni,  garantendo il mantenimento dei LEA in emergenza”. Per Fimeuc, in ogni caso rimane prioritario l’incremento delle borse di studio annuali nella specialità con il coinvolgimento delle reti delle università e degli  ospedali di riferimento.

 

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