Il presidente dell’Associazione Nazionale Medici di Medicina Fiscale spiega a «Responsabile Civile» che esistono diversi ordini di problemi non solo relativi alle leggi che regolamentano i controlli dei lavoratori in malattia

In attesa di veder diventare realtà il Polo Unico per la medicina fiscale, le condizioni di lavoro in cui questa categoria medica si trova ad operare sono state stigmatizzate da Paola Mattioli, rappresentante del Sindacato Medici Italiani (Smi) per la medicina fiscale che ha illustrato il “crollo” dei controlli e dei redditi dei medici dopo i tagli.

Per approfondire meglio la situazione della categoria, «Responsabile Civile» ha contattato l’Associazione Nazionale Medici di Medicina Fiscale (ANMEFI). Ecco cosa ci ha detto il presidente, Claudio Palombi.

«Il dato della riduzione dei controlli dei lavoratori in malattia è indiscutibile. Dal 2013 ad oggi, nel settore privato, si è passati da un controllo del 15-20% al 2-3% del totale della certificazione di malattia che afferisce all’Ente che è di circa 12 milioni di certificati per anno.

Bisogna rilevare due problematiche che viaggiano parallele e sono la vicenda dei medici fiscali e quella delle leggi che regolamentano i controlli dei lavoratori in malattia.

La vicenda dei vigili urbani di Roma del capodanno 2015 ha determinato solo un’accelerazione dei passaggi in Parlamento della legge di riforma della Pubblica Amministrazione  e di fatto si è arrivati ad agosto del 2015 alla pubblicazione sulla G.U. della legge 124/2015, che prevede, tra molte altre cose, la nascita del Polo Unico della medicina  fiscale, cioè l’attribuzione dei controlli dei lavoratori in malattia, sia pubblici che privati,  alla sola Inps, art 17, comma 1, lettera l. Ci viene riferito che la Politica stia lavorando ai Decreti Legislativi  attuativi relativi al Polo Unico, forse pronti ad agosto 2016 e che tutto potrebbe partire dal 2017. Ci auguriamo che sia così e cioè si stia lavorando alla riforma della medicina fiscale e non altro… la delega che il Governo ha ricevuto è chiara e relativa alla sola medicina fiscale. Altri, forse, vogliono cose diverse e noi medici di controllo Anmefi vogliamo continuare il lavoro che oramai svolgiamo, per alcuni,  da più di venti anni circa.

Sino allo scorso anno le ASL hanno ricevuto  circa  70 milioni-anno per arginare il fenomeno dell’assenteismo legato alla certificazione di malattia e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Nel controllo di malattia  del lavoratore pubblico i controlli richiesti “spesso” non sono stati effettuati.

In un documento pubblicato e relativo ai controlli del personale dipendente  della provincia di Pordenone  per il 2015, nel mese di gennaio sono richieste 35 vmcd, effettuate 4, a febbraio 45 richieste ed effettuate solo 2, a marzo 21 richieste di controllo ed effettuate solo 2  e così a seguire. Questa la chiamiamo non effettività del controllo. E’ necessario che ci siano risorse adeguate per poter effettuare un controllo sulla certificazione di malattia, controllo efficace per qualità e quantità.

La vicenda dei medici fiscali è particolare e pone in evidenza problematiche che non sono solo economiche.

Per lo svolgimento dei controlli l’Inps si avvale di circa 1200 medici iscritti in liste speciali provinciali e il tutto è regolamentato da leggi e DDMM che noi riteniamo non vengano rispettati.

Ci troviamo di fronte a situazioni gravissime che vedono colleghi di alcune sedi svolgere un carico di lavoro tale da accumulare redditi pari a dieci volte quello del collega della sede Inps limitrofa e questo a fronte di una uguale disponibilità e stessa qualifica. Molti sono i colleghi che di fronte a guadagni esorbitanti di alcuni si trovano, ripeto con pari funzione, disponibilità e qualifica, ad avere un reddito inferiore al limite del reddito di povertà nazionale e tutto questo nell’indifferenza dell’Istituto più volte sollecitato al riguardo dalla nostra associazione.

Altra problematica da sollevare è la disponibilità che il medico di controllo deve fornire alla sua sede per iscritto alla fine di ogni mese e relativa al mese seguente. Nei giorni in cui – data la disponibilità, spesso il sabato e domenica – il medico non riceve visite di controllo, lo stesso non riceve alcun indennizzo economico.

Ci troviamo di fronte a una vicenda che è assurda e che assume i connotati non solo di  vicenda economica, ma di rivendicazione di dignità della persona e del rispetto delle regole che alcuni di fatto stanno ignorando senza che altri intervengano, altri già sensibilizzati al riguardo».

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1 commento

  1. E’ LEGGE DA AGOSTO/2015 IL POLO UNICO INPS SE NE PARLA DA TEMPO…………
    A COSA SI ASPETTA A FARE I DECRETI!!! I CONTROLLI FISCALI VENGONO GESTITI DEFINITAMENTE SDIA NEL PUBBLICO CHE NEL PRIVATO ALL’INPS HA SENSO AVERE DUE SERVIZI CHE SVOLGONO LO STESSO LAVORO IN MANIERA COMPLETAMENTE DIVERSA.LO STATO QUANTO RISPARMIEREBBE.

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