Il Giudice di Pace ha condannato l’Amministrazione al versamento di oltre 3mila euro a titolo di risarcimento per le lesioni subite da una ragazza morsa da un cane vagante nel centro abitato
Morsa da un cane vagante in pieno centro abitato. E’ la disavvenuta occorsa a una 24enne di della provincia di Lecce, nell’ottobre del 2015. L’episodio, come riporta la stampa locale, è finito al centro di una causa civile. La ragazza, azzannata e ferita alla gamba destra, ha citato in giudizio il Comune di residenza per ottenere il risarcimento del danno subito. L’Ente, a sua volta, ha chiamato in causa l’Asl di Lecce.
Nelle scorse ore il Giudice di Pace ha ritenuto di condannare l’Amministrazione escludendo qualsiasi addebito responsabilità di responsabilità all’Azienda sanitaria. La sentenza richiama la legge regionale che attribuisce “ai Comuni le funzioni di vigilanza e tutela igienicosanitaria degli animali”. La normativa stabilisce, inoltre, che le amministrazioni “esercitano i controlli di prevenzione e lotta al randagismo avvalendosi del servizio veterinario dell’Asl”.
Nel caso in esame, tuttavia, l’azienda sanitaria non avrebbe colpe.
Infatti, “pur essendo stata comunicata a quest’ultima la presenza di cani randagi sul territorio, non è stato indicato, pur richiesto, in quale canile dovessero essere ricoverati gli animali accalappiati”.
Inoltre, secondo il Giudice, “nessuna responsabilità può essere addossata alla ragazza”. Ciò in quanto la giovane, come confermato dai testimoni oculari, “è stata aggredita da tergo e morsa all’improvviso senza aver istigato o innervosito l’animale”.
Il Comune dovrà quindi corrispondere alla vittima dell’aggressione, a titolo di risarcimento, una somma pari a 3123 euro di risarcimento oltre gli interessi legali. L’amministrazione è stata condannata anche al pagamento delle competenze di giudizio, della parcella del Ctu e delle spese legali sostenute dalle controparti.
La Giunta, tuttavia, non ci sta e preannuncia ricorso in appello ritenendo di poter ribaltare il giudizio di primo grado. Una convinzione che scaturirebbe dalla mancata valutazione, da parte del Giudice di Pace, di alcune circostanze che escluderebbero la responsabilità del comune.
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