Anziani lasciati sporchi per ore, picchiati e insultati: è quanto scoperto dalle telecamere nascoste piazzate dai carabinieri di Reggio Emilia, che hanno monitorato la struttura convenzionata con il Ssn.

Insulti, percosse e maltrattamenti sugli anziani ricoverati nella struttura facente capo alla cooperativa Coopselios, a Reggio Emilia. È quanto hanno scoperto i carabinieri nel corso di una indagine che ha portato a indagare 13 operatrici socio sanitarie.

Le Oss sono indagate per maltrattamenti nei confronti degli ospiti, alcuni ultraottantenni, della struttura convenzionata con il Servizio sanitario nazionale.

A carico di sei indagate, i carabinieri hanno eseguito la misura cautelare della sospensione di operatore sociosanitario per un periodo compreso tra i 6 ed i 12 mesi, per le posizioni più gravi.

La misura è stata disposta dal gip su richiesta della Procura reggiana.

Ed è stato già ribattezzato ‘l’ospizio degli orrori’ la struttura che ospitava persone totalmente indifese.

Secondo le accuse, le percosse e i maltrattamenti sugli anziani erano all’ordine del giorno.

Gli ospiti dell’ospizio avrebbero subito vessazioni fisiche e psicologiche. Addirittura, alcuni di loro venivano allontanati dal sistema di allarme al fine di impedirne l’attivazione.

Agghiaccianti le registrazioni raccolte dagli inquirenti, in cui si evidenziano insulti reiterati, violenze psicologiche e percosse.

“Se parli ti metto la m**** in bocca”, “Stai fermo qua e aspetta la tua ora” erano solo alcune delle frasi che venivano rivolte agli anziani indifesi.

Le 13 operatrici socio sanitarie indagate hanno un’età che va dai 35 ai 54 anni. Sono tutte residenti in provincia di Reggio Emilia ad eccezione di una 50enne residente nel Modenese.

Ora saranno chiamate a rispondere del reato di maltrattamenti aggravati dall’averli commessi nei confronti di persone incapaci di potersi difendere, nonché dall’essere stati commessi da persone incaricate di un pubblico servizio.

Tra gli indagati figura anche la coordinatrice della struttura, accusata del reato di omissioni di atti d’ufficio.

Le indagini dai carabinieri erano partite grazie alle denunce dei familiari di alcuni ospiti della struttura.

Questi avevano notato ecchimosi sui corpi dei loro cari, conseguenze delle violenze subite.

 

 

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