La preoccupazione principale, in virtù del pesante regime sanzionatorio, riguarda la necessità della figura del Dpo negli studi dei camici bianchi che esercitano la libera professione, in forma singola e associata
Dal 25 maggio è applicabile negli Stati UE il regime sanzionatorio del Regolamento europeo sulla privacy. Molte questioni, tuttavia, nel nostro Paese restano poco chiare. Il Legislatore italiano infatti non ha ancora provveduto ad emanare il decreto di recepimento del GDPR.
Lo schema di Dlgs si è bloccato all’esame delle Commissioni speciali per gli atti urgenti del Governo di Camera e Senato. I due organi parlamentari avrebbero rilevato numerose criticità di marcato rilievo giuridico, nonché molteplici profili di illegittimità costituzionale, tali da giustificare un parere contrario.
Questa situazione, dunque, “non aiuta a creare un clima di chiarezza e a dare certezze ai cittadini e ai professionisti”. Lo denuncia il presidente nazionale della Commissione Albo Odontoiatri, Raffaele Iandolo, con riferimento ad alcuni temi ancora controversi che riguardano la professione medica.
Iandolo, insieme al presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, si è quindi rivolto al Garante italiano della privacy chiedendo un incontro per chiarire tali aspetti.
L’interrogativo principale riguarda, in particolare, la figura del Dpo (Data protection officer), un esperto indipendente che vigili sull’applicazione del Gdpr. Medici e odontoiatri si chiedono, in particolare, se tutti coloro che esercitino la libera professione nel loro studio, in forma singola o associata, debbano dotarsi di un Responsabile della protezione dei dati.
Una questione che desta notevoli preoccupazioni tra i camici bianchi, anche in considerazione del pesante apparato sanzionatorio. “La questione è dibattuta: negli studi monoprofessionali la figura del Dpo non sarebbe obbligatoria ma ‘fortemente raccomandata’ – sottolinea Iandolo -. Proprio su questo punto verterà in particolare il nostro incontro con il presidente Soro, in modo da poter rispondere con certezza alle molte domande che si pongono i nostri professionisti”.
La Fnomceo ha chiesto, inoltre, anche di essere inserita nel ciclo di audizioni sulla materia che si terranno in Parlamento nelle prossime settimane presso le Commissioni speciali. L’obiettivo di tali incontri è giungere all’approvazione di un parere che tenga conto di tutte le criticità già segnalate e di quelle che dovessero ulteriormente emergere nel corso dell’esame.
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