Sonno, scoperto il segreto per dormire di più e meglio senza farmaci

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Uno studio internazionale ha dimostrato le proprietà benefiche sul sonno derivanti dall’utilizzo di un materasso in grado di abbassare la temperatura del corpo

Migliorare la qualità e il tempo del sonno regolando e abbassando la temperatura del corpo mediante un composto innovativo incorporato nel materasso. La scoperta è frutto di uno studio internazionale recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “Physiology and behavior”.

Il lavoro nasce da una collaborazione tra il Centro di Medicina del Sonno della Città della Salute di Torino (diretto dal professor Alessandro Cicolin) ed altri Centri europei e statunitensi.

Gli studiosi hanno dimostrato che aumentando la dispersione di calore del corpo è possibile rendere più profondo e ristoratore il sonno incrementando anche il comfort. Il tutto attraverso l’utilizzo di un materasso di ultima generazione che agisce sulla modulazione della temperatura corporea.

Il segreto risiede in un materiale altamente tecnologico che ricopre il materasso e sottrae calore al corpo, analogamente a quanto avviene negli orsi o nelle marmotte durante il letargo invernale.

Si tratta di un composto poliuretanico (Tecnogel®) caratterizzato da una capacità termica 10 volte superiore a quella dei composti impiegati nella costruzione dei materassi di alta qualità. Il materiale aumenta la conduzione termica dal corpo al materasso e quindi la dispersione nell’ambiente circostante.

Lo studio ha valutato la struttura del sonno su circa 60 volontari sani di differenti età durante il riposo su materassi di riferimento a bassa capacità termica (low heat capacity mattress: LHCM) e su materassi ad alta
capacità termica (high heat capacity mattress: HHCM) in un ambiente a temperatura ed umidità strettamente controllate.

Il materasso ad alta capacità termica ha determinato un incremento elevato e selettivo del sonno a onde lente, la fase profonda non REM. Questa riveste una fondamentale rilevanza per i processi fisiologici e metabolici. Il suo deterioramento, come avviene in alcuni disturbi del sonno quali l’insonnia, può determinare una riduzione della qualità percepita del sonno. Ma anche un significativa compromissione della capacità di performance cognitiva e fisica.

Lo studio può aprire rivoluzionarie prospettive sulle possibilità di modulazione del riposo notturno non solo per via farmacologica.

 

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