Avviata una causa civile nei confronti dell’Azienda sanitaria da parte dei genitori di una bimba dodicenne stroncata da un melanoma nel 2012

Un milione di euro. A tanto ammonta la richiesta di risarcimento avanzata dai genitori di una dodicenne stroncata da un melanoma nel settembre del 2010 a Savona. La causa è stata intentata nei confronti dell’Asl 2 Liguria a quattro anni di distanza dalla conclusione del procedimento penale. In tale sede il Gup, al termine del rito abbreviato, aveva assolto dall’accusa di omicidio colposo i due medici imputati dell’ospedale San Paolo “perché il fatto non costituisce reato” .
La dolorosa vicenda della bambina, conclusasi in tragedia, è ricostruita nell’atto di citazione, a partire dal primo accesso al pronto soccorso pediatrico del nosocomio savonese, nell’estate del 2002. In tal occasione alla piccola venne diagnosticata una “neoformazione” sul dorso della mano, che inizialmente venne classificata come patologia benigna e che invece poi si rivelò per un melanoma molto aggressivo.

Nonostante la rimozione chirurgica, nel 2008 la malattia si era ripresentata, sia nello stesso punto che sul gomito. Da li l’inizio di un calvario che si sarebbe concluso dopo due anni con il decesso.

Secondo l’ipotesi accusatoria la vicenda sarebbe stata “gestita e trattata in modo quanto meno superficiale”. In particolare, vi sarebbe stata una “del tutto carente attenzione dei sanitari nei confronti di una patologia che aveva colpito una vita appena iniziata”.
Nell’atto di citazione- riporta il Secolo XIX – si rileva come la paziente fosse stata dimessa con consiglio di una terapia domiciliare e visita di controllo. Non ci fu invece un adeguato follow-up diagnostico, prima ancora che terapeutico “che avrebbe, con certezza quasi assoluta, consentito di intercettare l’evoluzione del tumore”.
I familiari chiedono dunque che vengano loro riconosciuti i danni morali e parentali, nonché i danni patiti dalla bambina. Questa, infatti,  “un tempo vitale, vivace e serena, ebbe tempo e modo di assumere piena coscienza della sua irrimediabile sorte”.
Per il legale dei genitori, “la consapevolezza della propria fine” da parte della bambina (danno agonico) va risarcito ai genitori in quanto “diventato parte del patrimonio giuridico della persona deceduta prima della sua morte”. Nella richiesta di risarcimento, inoltre, è stato inserito anche il “danno biologico temporaneo” patito dalla bambina, ovvero quello subito nel periodo di durata della malattia.
 
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