Tra i punti salienti la riduzione dell’aliquota IVA sui profilattici e la loro distribuzione nelle scuole
Presentata lo scorso aprile, da alcune settimane è allo studio del Senato la proposta di legge recante “disposizioni in materia di educazione all’uso della contraccezione e alla sessualità consapevole per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili”.
I dati forniti dal Censis rappresentano una realtà in cui tra i giovani della fascia di età 12 – 24 anni solamente il 15,3% si considera ben informato sul tema. Pochi conoscono la differenza tra metodi di contraccezione, come la pillola, e metodi, quali il profilattico, per prevenire infezioni sessualmente trasmesse. Anche la conoscenza di queste ultime sarebbe bassa. Il 90% le identifica con l’AIDS, ma solo il 15% conosce l’Hpv, il 13% la gonorrea, il 11% le epatiti, il 6% la clamidia.
Il testo all’esame delle Commissioni riunite istruzione pubblica, beni culturali e igiene e sanità, ha l’obiettivo di “attuare campagne informative sulla prevenzione e sulla lotta all’HIV e alle malattie sessualmente trasmesse presso gli istituti scolastici di istruzione secondaria superiore e universitari al fine di sensibilizzare i giovani sulle malattie sessualmente trasmissibili, all’uso del profilattico e ad una sessualità consapevole”.
Tra i punti salienti del ddl vi è in particolare il riferimento all’emanazione di una legge “che preveda la riduzione dell’aliquota IVA sui profilattici e favorisca campagne di informazione e sensibilizzazione sul sesso sicuro e sull’uso del preservativo promuovendo una sessualità consapevole, accompagnando i giovani nella loro naturale scoperta della sessualità, senza paure e vergogne, favorendo la piena consapevolezza e la piena padronanza degli strumenti, culturali e pratici, della prevenzione”.
Secondo i firmatari del provvedimento, affinché possa diventare strumento principale di prevenzione, “il profilattico deve avere un costo accessibile e deve trovare spazio nei luoghi quotidiani della vita degli studenti, primi fra tutti le scuole secondarie superiori e le università”.