Un albo professionale per i podologi, lo chiede il presidente dell’Aip Mauro Montesi alla ministra della Salute Beatrice Lorenzin.

Il presidente dell’Associazione italiana podologi Mauro Montesi chiede alla ministra della Salute Beatrice Lorenzin l’istituzione di un albo professionale per i podologi.
“L’Associazione italiana podologi combatte da oltre 30 anni contro ogni forma di abusivismo professionale”, ha dichiarato Montesi alla stampa. L’abusivismo, “oltre a minare l’immagine e la dignità della professione, nuoce gravemente alla salute di ignari cittadini”. I cittadini, secondo Montesi, “spesso non sono consapevoli del pericolo che può rappresentare per la loro salute un ‘falso professionista’”.

La costituzione di un albo professionale per i podologi

“Le professioni sanitarie attendono da anni l’approvazione di una legge che possa risolvere le principali problematiche che impediscono un concreto e sostanziale sviluppo del loro ruolo all’interno del Ssn”, continua il presidente Montesi.
“Mi riferisco in particolare alla costituzione di Albi e Ordini, necessari per disciplinare le professioni sanitarie e mettere un freno al sempre più dilagante fenomeno dell’abusivismo professionale.
L’Aip, come associazione rappresentativa dei Podologi combatte da oltre 30 anni contro ogni forma di abusivismo professionale. Esso oltre a minare l’immagine e la dignità della professione, nuoce gravemente alla salute di ignari cittadini”.

L’istituzione di un Albo dei Podologi rappresenterebbe una valida soluzione a questo problema”.

“Ma altrettanto importante – continua Montesi – è l’aggiornamento dei profili professionali. Il profilo originario del podologo risale al 1994 (DM 666).
La professione negli ultimi 20 anni ha vissuto una sostanziale evoluzione in termini di specializzazione e ampliamento degli ambiti di intervento, frutto di una formazione più approfondita e di nuovi bisogni dei pazienti.
L’obiettivo della Podologia oggi è uniformarsi a profili più complessi, come quelli in vigore nei Paesi Europei più evoluti (come UK e Spagna). Vanno introdotte nuove competenze, come la microchirurgia del piede e l’anestesia locale.
L’adeguamento del profilo consentirebbe inoltre ai professionisti italiani di confrontarsi con i colleghi europei in un mercato del lavoro ormai sempre più aperto e competitivo”, conclude.
 
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