Una banca della cute nascerà all’interno dell’ospedale Cardarelli di Napoli, come annunciato dal direttore generale Verdoliva. I lavori inizieranno nei prossimi mesi.

La prima Banca della Cute del Sud Italia nascerà al nosocomio Cardarelli di Napoli. Ad annunciarlo è stato il direttore generale dell’ospedale, Ciro Verdoliva.

“Tra pochi mesi avvieremo i lavori per poter dare all’ospedale Cardarelli una banca della cute che sarà la prima del Sud. Oggi siamo costretti ad acquistarla fuori Regione, con tutte le conseguenze del caso in termini di costi e di tempi”.

Una buona notizia per la sanità italiana e meridionale, annunciata all’Agenzia Dire proprio da Verdoliva che sottolinea il ruolo del centro grandi ustioni del Cardarelli.

Nell’intervista a Dire lo definisce “un hub regionale del Sud, insieme ai centri di Bari, Brindisi, Catania e Palermo. Siamo senza dubbio il riferimento più importante, sia per il numero di posti letto che per i casi trattati”.

Un polo di eccellenza che ogni anno cura almeno 200 pazienti.

“Si tratta – prosegue Verdoliva – di persone che hanno bisogno di cure intensive e continue. Il nostro ospedale ospita anche casi di donne ustionate dall’acido per casi di violenza. Siamo attenti alla riabilitazione immediata dei pazienti, per ridurre il danno fisico sociale. Vogliamo rendere il Cardarelli un’azienda di riferimento”.

Adesso, a seguito del protocollo d’intesa stipulato con l’ospedale di Niguarda di Milano, il Cardarelli avvierà un intenso scambio di esperienze per migliorare il progetto della Banca della cute.

Stessa proposta è stata avanzata anche alla Romania “dopo un incontro con Ana-Maria Oproiu, primario del Centro Ustioni dell’University Hospital di Bucarest, che ci ha ringraziati per aver inviato in Romania un nostro team in grado di usare un farmaco innovativo che ha permesso di salvare alcune persone ustionate dopo il rogo alla discoteca Colective del 2015. Il Cardarelli ha degli specialisti eccellenti, esperti e di grandi professionalità per questo trattamento”.

Una sinergia proficua, quella con il dipartimento di Chirurgia Plastica e Centro Ustioni dell’University Hospital di Bucarest, come testimoniato dalla visita della dottoressa Ana-Maria Oproiu, che lì è primario.

Quando il 30 ottobre 2015 un rogo colpì la discoteca Colective causando 64 morti, tra cui una ragazza italiana, proprio dal Cardarelli partì un team che diede grande supporto alla sue equipe.

Dopo tre anni, Oproiu ha visitato il Cardarelli per ringraziare il direttore generale, Ciro Verdoliva, e il team napoletano che raggiunse Bucarest il 30 ottobre 2015.

“Nel mio ospedale – racconta Oproiu alla Dire -, furono curati 28 pazienti che presentavano ustioni sul 100% del corpo. Napoli ci aiutò molto: grazie all’uso di un trattamento innovativo riuscimmo a salvare vite umane”.

In particolare, la dottoressa Oproiu si riferisce al NexoBrid, un farmaco che permette di intervenire sui pazienti gravemente ustionati senza andare in sala operatoria.

Il trattamento è particolarmente efficace perché consente di evitare le trasfusioni. Nel 2015 però, la Romania non aveva sufficiente esperienza per utilizzare il farmaco: da qui l’aiuto del Cardarelli, che fu prezioso.

A tal proposito, Roberto d’Alessio, primario di chirurgia plastica e del centro grandi ustioni dell’ospedale Cardarelli di Napoli da cui è partito il team diretto verso Bucarest, ha sostenuto l’importanza della formazione dei medici a riguardo.

“Sarebbe utile un training rispetto all’uso di questo farmaco sugli operatori sanitari che non devono trattare per forza i pazienti ustionati – avverte – ma che potrebbero essere coinvolti nell’uso di un prodotto che può salvare tante vite umane”.

 

 

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