Scatta alle 6 di domani lo sciopero dei benzinai, che vedrà la chiusura, per 48 ore, degli impianti stradali e autostradali. I sindacati protestano contro una serie di inadempimenti burocratici giudicati inutili e dannosi per la categoria

Benzinai in sciopero il 6 e 7 novembre. I sindacati di categoria – Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio – hanno confermato la chiusura, per 48 ore, degli impianti stradali e autostradali su tutto il territorio nazionale. 

“Di fronte al silenzio assordante del Governo e all’indifferenza del Ministro dello Sviluppo Economico – si legge in una nota congiunta – le Organizzazioni dei gestori degli impianti stradali non hanno potuto fare altro che ricorrere alla mobilitazione generale, che culminerà con lo sciopero che avrà inizio alle ore 06.00 del giorno 6 e terminerà alle ore 06.00 del giorno 8 Novembre”. 

Nonostante la dichiarazione di sciopero fosse nota da settimane, il Ministero dello avrebbe dimostrato la sua totale assenza sul terreno del confronto con i Gestori, “mostrando disinteresse e superficialità verso un settore che garantisce la mobilità dei cittadini, il servizio agli automobilisti, dalla grande viabilità sino alle aree interne del paese”. 

Per le Associazioni dei benzinai, il silenzio del Governo, nel suo complesso, “è un grave atto di irresponsabilità non solo verso i Gestori, ma verso i cittadini stessi che saranno chiamati a pagare, con inevitabili disagi, il conto di una politica governativa sempre più orientata ad assumere provvedimenti di impatto mediatico, anziché soluzioni per le Categorie produttive e finanche a favorire, indirettamente, il sistema bancario”. 

Le Organizzazioni di Categoria puntano il dito contro una serie di adempimenti “inutili fatti per scaricare sull’ultimo anello della filiera, il più debole, oneri e costi e finanche provvedimenti penali per errori formali”.

Il riferimento, in particolare, è alla fatturazione elettronica, all’introduzione degli ISA, ai Registratori di cassa Telematici per fatturati di 2 mila €/anno, all’introduzione di Documenti di Trasporto (Das) e modalità di Registrazione giornaliera, in formato elettronico, da digitalizzare a mano. “Provvedimenti che – sottolineano – duplicano le incombenze burocratiche senza alcuna valenza sulla lotta all’illegalità o alla infedeltà fiscale, lasciando in pace gli evasori di continuare a fare business anche nel nostro settore che appare sempre più inquinato dalla criminalità organizzata”. 

Lo sciopero, poi, è rivolto anche contro le compagnie petrolifere e i titolari di impianti, piccoli, medi e grandi. Soggetti che, secondo i sindacati dei gestori, sarebbero cresciuti sull’illegalità contrattuale. “Verso questi soggetti la Pubblica Amministrazione e il Ministero dello Sviluppo Economico continuano a mantenere un silenzio imbarazzante assistendo, muti, allo scempio che sta generando danni al Paese ed al sistema per alcuni miliardi/anno”.

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