Nella fascia di età sotto i sei mesi la pertosse comporta una ospedalizzazione nell’80% dei casi, in un caso su quattro si complica con una polmonite batterica, il 5% dei piccoli pazienti ha un risentimento neurologico, l’1% muore. Parte la campagna #Iovaccino.

Domenica 11 ottobre è morta di pertosse una bambina di circa un mese al Sant’Orsola di Bologna. La bimba è arrivata in pronto soccorso ed è stata prima ricoverata in neonatologia e poi nel reparto malattie infettive. «La pertosse era stata praticamente debellata grazie alle vaccinazioni – spiega la direttrice di microbiologia del Sant’Orsola, Maria Paola Landini – siamo tutti rimasti sconvolti». La pertosse ancora oggi non rientra nelle vaccinazioni obbligatorie ma in quelle raccomandate a partire dai due mesi di età, come per le altre malattie, il morbillo e la rosolia e la piccola, essendo in età non ancora da vaccino, era fortemente esposta alla malattia.

Ricoverata in ospedale mercoledì scorso per una bronchite (o almeno quella sembrava), e trasferita poi con l’aggravarsi dei sintomi respiratori in terapia intensiva, dove i medici non sono riusciti a salvarla. Il Primario di neonatologia Giacomo Faldella dichiara: «E’ la prima volta che mi capita un caso come questo – dice – la verità è che anche qui in Emilia-Romagna stiamo tornando indietro rispetto a un percorso di civilizzazione che è stato lungo e difficile». La pertosse ad oggi è considerata una malattia fastidiosa per chiunque ma non pericolosa, mentre nel bambino piccolo è potenzialmente letale. «Nella fascia di età sotto i sei mesi – conclude Faldella – comporta una ospedalizzazione nell’80% dei casi, in un caso su quattro si complica con una polmonite batterica, il 5% dei piccoli pazienti ha un risentimento neurologico, l’1% muore».

Intanto nella regione è partita la campagna #Iovaccino, promossa da due mamme bolognesi a favore delle immunizzazioni ora sono diventate virali. In così poco tempo la raccolta firme per rendere obbligatori i vaccini per i bimbi che frequentano le scuole ha raggiunto oltre 15.000 adesioni. E sui social network si moltiplicano le immagini di mamma e papà che mostrano il cartello «#iovaccino, no alla #disinformazione».

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