Preoccupazioni immediate e complicazioni a breve e medio termine. Sono i primi effetti della Brexit, l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea sancita dal referendum dello scorso 23 giugno, per i professionisti italiani che lavorano oltremanica, in primis medici e infermieri, oltre che avvocati.

Difficile al momento dare indicazioni precise su cosa accadrà, molto dipenderà dall’accordo che si andrà a realizzare tra Unione europea e Uk, le nuove regole del paese ricevente, la reciprocità anche delle qualifiche professionali. Insomma, il regime va tutto rivisto, come se ci trovassimo di fronte a un Paese nuovo, anche se non completamente straniero.

Le conseguenze, è bene chiarirlo, non saranno immediate. Ma anche solo per capire i tempi precisi, occorrerà attendere che vengano avviate le trattative tra Bruxelles e Londra; solo a partire da quel momento, infatti, si potrà cominciare a capire la linea politica che la Ue deciderà di assumere anche nei confronti dei “fuoriusciti”.

Francesco Verbaro, del Centro Studi Adepp – l’associazione che riunisce le Casse di previdenza dei professionisti – in un’intervista a DottNet ha spiegato che “tutti i professionisti italiani che si sono stabiliti nel Regno Unito, soprattutto medici e operatori sanitari, hanno votato per il Remain. Tra gli italiani prevale in queste ore un atteggiamento di preoccupazione, la paura di non poter lavorare più come prima”.

Questo in considerazione del fatto che “l’uscita dalla Ue avrà la conseguenza di non poter più usufruire di una serie di semplificazioni previste per gli stati membri, a cominciare dalla documentazione per oltrepassare le frontiere. La Gran Bretagna esce anche da questo”, spiega ancora Verbaro.

Tra le altre possibili conseguenze, nei giorni scorsi si è anche ricordato che il voto pro-Brexit non potrà non influire sulla permanenza a Londra dell’Ema (Agenzia del farmaco europea). E a tal proposito il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, ha immediatamente lanciato una proposta: “Visto che il sistema-Italia nel farmaceutico è vincente, per il futuro perché non spostare qui l’Ema, che – visto l’esito referendario britannico – dovrà forse prendere in esame un cambio di domicilio?”

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui