Aperta un’inchiesta a Savona per fare luce sulle cause del decesso di un paziente morto per le complicanze insorte dopo una biopsia
La Procura di Savona ha aperto un’inchiesta per fare chiarezza sul decesso di un operaio di 31 anni, morto lo scorso 31 dicembre all’ospedale di Pietra Ligure, per le complicanze insorte dopo una biopsia eseguita nel nosocomio di Imperia.
Le indagini sono partite in seguito all’esposto presentato ai carabinieri dai familiari della vittima. Il sospetto dei parenti è che il decesso possa essere riconducibile alla perforazione di un polmone avvenuta per errore durante l’esame diagnostico. Da li la necessità del trasferimento d’urgenza nel nosocomio del savonese.
Il pubblico ministero di turno, quindi, ha disposto l’autopsia per accertare le cause della morte.
Nel frattempo Alisa, l’Agenzia ligure di sanità, ha fatto sapere che “a seguito di quanto accaduto sono in corso le previste procedure di verifica”. Al momento, tuttavia, non sarebbero emerse criticità procedurali.
Alcuni mesi fa a Modena l’Azienda sanitaria aveva concluso un accordo transattivo con i parenti di una donna morta nel 2017 dopo aver sviluppato, in base a quanto appurato dagli accertamenti medico legali, una pancreatite acuta emorragica con complicanze importanti.
La paziente era stata sottoposta all’asportazione di un linfonodo a livello dell’ilo epatico a scopo diagnostico. Tuttavia, come riportato dal resto del Carlino, durante la laparoscopia avrebbe subito l’asportazione di frammenti pancreatici ed epatici sani di alcuni centimetri senza che venisse prelevato alcun tessuto linfatico. Nonostante i trattamenti terapeutici, dopo meno di un mese era sopraggiunto il decesso. Agli eredi è stato riconosciuto un risarcimento pari circa 500 mila euro.
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