Un passo formale necessario per passare ai rinnovi. Si riducono a 4 i settori del pubblico impiego e i settori dirigenziali
L’ARAN – Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni – ha convocato i sindacati per il prossimo 13 luglio per la firma dell’accordo quadro che revisiona i comparti contrattuali del pubblico impiego. Si tratta della sottoscrizione definitiva della pre-intesa siglata il 5 aprile scorso, ma soprattutto di uno step formale necessario in vista dei rinnovi, fermi ormai da sette anni.
L’intesa raggiunta in primavera si riassume in 12 articoli. Tra i punti salienti la definizione dei nuovi settori del pubblico impiego, che vengono ridotti da undici a quattro: “funzioni centrali” con 247 mila dipendenti, “funzioni locali” con 457 mila, “sanità” con 531 mila e “istruzione e ricerca” con 1 milione e 111 mila unità di personale. Dimezzate, da otto a quattro, anche le aree dirigenziali: “comparto dello Stato” (6.800 dirigenti), “enti locali” (15.300), “conoscenza” (7.700) e sanità (126.800). La revisione, quindi, prevede tra le principali novità gli accorpamenti di scuola, ricerca e università nel settore unico della ‘conoscenza’ e quello tra ministeriali, dipendenti delle agenzie fiscali e degli enti pubblici non economici.
In materia di sindacati l’articolo 9, “norme transitorie”, sancisce che entro il termine perentorio di 30 giorni dalla data di sottoscrizione dell’accordo “le organizzazioni sindacali possono dar vita, mediante fusione, affiliazione o altra forma, ad una nuova aggregazione associativa a cui imputare le deleghe”. Si tratta di una misura a tutela dei sindacati più piccoli che nel nuovo assetto rischiano di scomparire, scivolando sotto il 5% di rappresentatività. Il termine è esteso fino a fine 2017 per la ratifica delle alleanze sindacali, la cui comunicazione deve sempre avvenire entro un mese.
Anche sigle meno rappresentative, tuttavia, saranno convocate al Ministero della Pubblica Amministrazione per partecipare alle trattative che si svolgeranno nel mese di luglio e che saranno incentrate, oltre che sugli incrementi contrattuali, sulle regole che disciplinano il pubblico impiego in vista del Testo unico cui sta lavorando il Governo e la cui presentazione è prevista entro il prossimo febbraio
Intanto è previsto invece per i prossimi giorni l’Atto di indirizzo che il Ministro Madia presenterà all’Aran, in cui saranno indicate le direttrici da seguire per i rinnovi; tra queste si prevede un meccanismo diverso rispetto al passato per gli aumenti: se prima si era prevista una stessa percentuale per tutti e quindi chi guadagnava di più finiva per prendere somme maggiori, ora la linea del Ministero sembra voler privilegiare la meritocrazia, oltre a chi ha meno in busta, senza soglie nette ma con una distribuzione graduale delle risorse. In questo quadro pende il problema delle risorse; per il tiennio 2016-2018 sono stati stanziati dalla legge di Stabilità ad oggi 300 milioni di euro, ma la cifra potrebbe aumentare con la prossima legge di Stabilità.