Per il Sindacato Medici Italiani la bozza del contratto dei medici inviata alle organizzazioni sindacali di categoria è irricevibile

Il Sindacato Medici Italiani valuta irricevibile la bozza di contratto collettivo nazionale inviata da SISAC alle organizzazioni sindacali della categoria. “Non si è mai visto nella storia della contrattazione – si legge in una nota – un accordo con risorse zero”.

L’Organizzazione conferma quindi la scelta dell’interruzione delle trattative fino a quando non vi saranno certezze sulle dotazioni economiche.  “Bisogna dire basta – sostiene lo SMI – al fatto che i medici italiani siano costretti ad emigrare in Europa per vedersi riconosciuta la giusta retribuzione, oppure che debbano abbandonare la sanità pubblica per cercare nel privato il riconoscimento della propria professionalità”.

Forti dubbi sono stati espressi, anche, in merito alla bozza pervenuta da ARAN per quanto riguarda il rinnovo del contratto della dirigenza medica e sanitaria.

“Siamo per intraprendere, inoltre – prosegue la nota – tutte le azioni, di lotta e legali, affinché non venga ratificato dal Ministero e dalla Conferenza Stato Regioni l’accordo che riguarda la medicina specialistica ambulatoriale”. Un accordo che, secondo il Sindacato, penalizzerebbe i medici over 43 anni impedendone, di fatto, la stabilizzazione del posto di lavoro.

“Così come assumeremo – aggiungono i rappresentanti dello SMI – tutte le iniziative per tutelare la dignità della professione medica contro chi ha diffuso in rete un vero e proprio vademecum su come si denuncia un medico, perché iniziative del genere rischiano di imbarbarire e peggiorare il clima di diffidenza verso la sanità e i medici pubblici. È giunto ormai il momento che si adotti in maniera stringente, nel nostro paese, un codice etico che regolamenti l’informazione sanitaria”.

La segreteria nazionale del Sindacato Medici Italiani –  sottolinea infine la nota – ha scelto di riunirsi a Torre Annunziata, in provincia di Napoli, per rimarcare, con la decisione di tenere la sua assise nel Mezzogiorno, la sua contrarietà all’autonomia differenziata e il suo impegno a sostegno di una sanità per tutti i cittadini italiani.

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