Secondo l’ultimo conto annuale della PA, è sempre più evidente la emorragia di personale in sanità. Nel 2016 perse circa 5mila unità

Nel 2016 prosegue l’ emorragia di personale in sanità e le carenze strutturali, nel nostro sistema sanitario, aumentano. Un calo complessivo che si aggira intorno al 4,9%, che si traduce in quasi 5mila unità di personale in meno (per la precisione 4.808). E non certo tra i manager.

A rilevarlo è il Conto annuale del personale della PA 2016, appena pubblicato dalla Ragioneria generale dello Stato.

Il maggior calo si registra tra il personale non dirigente della sanità: in tutto 4.131 operatori in meno, di cui la maggioranza infermieri (1.723).

Quanto ai medici, il calo complessivo è stato meno vistoso. Soltanto 294 in meno, ma le donne in corsia sono sempre di più. A diminuire infatti sono stati soprattutto i medici maschi (-1.231) a fronte di un aumento delle donne medico di 937 unità.

Sempre sui medici si registrano anche cambiamenti sugli andamenti delle tipologie di incarico.

Sono infatti in aumento quelli “professionali” (+919 tra chi è in esclusiva e chi non), mentre diminuiscono i primari di -390 unita e chi ha un incarico di struttura semplice (-749 unità).

Ci sono poi 42 veterinari in meno, 47 odontoiatri in meno e 278 dirigenti non medici in meno, di cui 202 sanitari.

Ma l’ emorragia di personale in sanità sembra non toccare i farmacisti. Nel loro caso, infatti, si registra complessivamente un incremento di 7 unità.

Questo è dovuto da un lato alla diminuzione di 11 farmacisti direttori di struttura complessa e 26 di struttura semplice, a fronte di un incremento di 44 farmacisiti con in carichi professionali.

Scendono di 1.050 unità anche gli amministrativi.

Ma chi è che aumenta, invece? Guarda caso sono i manager. Il Conto annuale della PA registra 15 direttori generali, 6 direttori sanitari, 10 direttori amministrativi e 22 direttori sociosanitari in più rispetto al 2015.

Calano poi le retribuzioni medie di certe categorie. I medici perdono in un anno 183 euro, gli infermieri 50 euro, mentre, al contrario, i veterinari ne guadagnano 654, gli odontoiatri 658, i dirigenti sanitari non medici 49.

Il record di guadagni nel settore della dirigenza non medica spetta invece ai dirigenti del ruolo professionale. Questi guadagnano in un anno 529 euro in più. Nel personale non dirigente chi perde di più è il personale tecnico sanitario e chi guadagna di più è quello di vigilanza e ispezione (+108 euro).

“Per gli enti del Servizio sanitario nazionale – si legge nella relazione al Conto annuale – la riduzione avvenuta nel 2016 (4.808 unità) rispetto al 2015 è la seconda più elevata in termini assoluti tra tutti i comparti ed è poco meno della metà di quella registrata l’anno precedente, la più consistente dell’intero periodo considerato (10.325 unità)”.

Altro dato importante è che nel 2016 aumenta anche l’età media del personale Ssn. Questo passa da una media di 46,9 anni del 2008 (43,5 nel 2001) a 50,6 nel 2016, con gli uomini a 52,5 e le donne a 49,7.

 

 

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