Buone notizie per gli avvocati arrivano dal Consiglio Nazionale Forense. L’applicazione della legge sull’equo compenso sarà monitorata da un apposito organismo.
Un organismo che renda l’ equo compenso monitorato e che vigili sulla corretta applicazione della norma per gli avvocati. È quanto ha deciso il Consiglio Nazionale Forense per tutelare i legali.
Attenzione, quindi, a chi intende imbrogliare, perché da oggi, con l’ equo compenso monitorato costantemente, sarà difficile ingannare gli avvocati.
L’organismo deputato a questo tipo di vigilanza si chiama “Nucleo di monitoraggio sulla corretta applicazione dell’equo compenso da parte dei clienti forti e dei parametri da parte dei giudici”.
Questo è stato istituito ufficialmente dal Consiglio con delibera del 20 aprile scorso.
L’obiettivo dell’ equo compenso monitorato, si legge sul sito del Consiglio Nazionale Forense, è ben preciso.
Si tratta di “contribuire, insieme a tutti i soggetti a vario titolo interessati, alla virtuosa applicazione delle fonti normative richiamate, ciò iniziando da una sistematica raccolta di dati”.
A questo scopo, sono stati invitati tutti i Consigli dell’ordine degli avvocati a collaborare. Il loro compito sarà di procedere a livello territoriale per organizzare analoghi centri di osservazione e trasmettere i dati raccolti.
Questo lavoro di monitoraggio sarà utile anche “a garantire massima trasparenza informativa ai clienti”.
Tutti i dati e le osservazioni provenienti dai singoli Consigli dell’ordine degli avvocati potranno essere inoltrati via mail a ufficiostudi@consiglionazionaleforense.it.
Sarà poi compito del Consiglio Nazionale Forense provvedere a predisporre appositi rapporti periodici di sintesi. Questi, saranno finalizzati a vigilare sulla corretta applicazione dell’equo compenso.
Il tutto perché, come ha ricordato il presidente del Cnf Andrea Mascherin, l’equo compenso “non dev’essere dato per acquisito: andrà difeso da tutti i tentativi normativi futuri di scardinarlo”.
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