Pubblicata la relazione della Corte dei Conti che analizza i risultati della gestione finanziaria dei servizi sanitari regionali per l’esercizio 2017. Nel confronto con i principali Paesi Ocse, la spesa sanitaria erogata attraverso il SSN si dimostra relativamente moderata

Calano i debiti verso i fornitori, anche se gli oneri per interessi per ritardati pagamenti restano elevati. Diminuisce il ricorso alle anticipazioni di tesoreria, mentre aumentano le disponibilità liquide a fine esercizio, segno di una limitata fluidità nelle procedure di pagamento. Cala, infine, il costo del personale anche se con significative differenze a livello territoriale.

È quanto rileva la Sezione delle Autonomie della Corte dei conti nella relazione che analizza i risultati della gestione finanziaria dei servizi sanitari regionali, per l’esercizio 2017.

Dal referto emerge che, nel confronto con i principali Paesi Ocse, la spesa sanitaria erogata attraverso il SSN si dimostra relativamente moderata.  Nelle Regioni sottoposte a monitoraggio il deficit si riduce e ancor più nelle Regioni sottoposte a piano di rientro. Diversa tendenza si osserva nelle Regioni a statuto speciale e nelle due Province autonome, con l’esclusione della Regione siciliana, in piano di rientro.

Ritardi si registrano ancora – osserva la Sezione delle autonomie – nella determinazione annuale del Fondo sanitario nazionale e nella ripartizione delle risorse destinate al Servizio sanitario, con riflessi sulla programmazione delle spese da parte delle Regioni e sulla possibilità di una completa e tempestiva rappresentazione, anche da un punto di vista contabile, della gestione nei bilanci regionali. Restano incompiute le regole per l’omogenea integrazione del conto consolidato sanitario con il conto generale della Regione.

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