Anelli: l’imbuto formativo deve essere relegato nelle pagine più nere del passato. Occorre garantire a ogni medico che si laurea la possibilità di specializzarsi

“Esprimiamo la nostra solidarietà ai 15 mila medici intrappolati nell’imbuto formativo: laureati, abitati, e poi costretti ad attendere, anche per anni, un posto nelle scuole di specializzazione o al Corso per la Medicina Generale, prigionieri in un limbo fatto di inoccupazione, sottoccupazione, disoccupazione. A questi 15 mila colleghi, ognuno con la sua storia, vorrei dire: non siete da soli”.
Il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, è tornato a parlare di formazione. Lo ha fatto a Bari, di fronte ai colleghi del Segretariato italiano Giovani Medici (Sigm), riuniti nella loro terza Conferenza nazionale.
Anelli ha assicurato che la Federazione sta lavorando per mostrare alla politica queste distorsioni, e per darvi risposte. L’obiettivo è uno: arrivare a garantire a ogni medico che si laurea la possibilità di specializzarsi.

“Nessuno – ha affermato – può voltarsi dall’altra parte. L’imbuto formativo deve essere relegato nelle pagine più nere del passato, non deve mai più essere una realtà.

“Comprendiamo – ha proseguito il vertice della FNOMCeO – la frustrazione di questi 15000 colleghi relegati nel limbo per colpa di politiche miopi dello Stato, che non ha voluto investire su di loro, ma è stato pronto a ingaggiarne una parte con contratti atipici e senza tutele, per tamponare a basso costo la carenza di personale. Ora è a quello stesso Stato che ci rivolgiamo, certi di trovare ascoltatori più attenti, per dire che non è più il tempo di misure tampone, sulla pelle dei medici e dei cittadini”.
“Occorre una riforma seria della formazione – ha sottolineato ancora Anelli – che parta da una corretta programmazione, che assorba, seguendo le regole, questi colleghi all’interno del SSN, e che garantisca, nel lungo periodo, a ogni nuovo medico una borsa per la formazione post lauream”.
“Come? Mantenendo il numero programmato per l’accesso a Medicina, conservando per i prossimi dieci anni le 2000 borse per il Corso di formazione specifica in Medicina Generale, e raddoppiando i posti per le Scuole di specializzazione . Altre misure – ha concluso –  possono sembrare più semplici e immediate ma non sarebbero risolutive né efficaci”.
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