I medici, data l’impossibilità che il paziente arrivasse vivo in sala operatoria, hanno deciso di effettuare un intervento di cardiochirurgia in Pronto soccorso. L’uomo, nonostante un prolungato arresto cardiaco, è in buone condizioni

Salvato con un intervento di cardiochirurgia in emergenza direttamente in una stanza del Pronto soccorso. E’ accaduto al Mauriziano di Torino, dove, nei giorni scorsi, è giunto un 69enne proveniente dal nosocomio di Orbassano. La diagnosi:  “ematoma di parete dell’aorta ascendente”, con elevatissime probabilità di rottura. Le chances di sopravvivenza, in assenza di un tempestivo intervento cardiochirurgico, erano ridotte al lumicino.

A un certo punto – come riporta una nota della struttura sanitaria – il cuore del paziente ha smesso di battere. Il medico di guardia, Andrea Landi, coadiuvato dalla sua équipe, ha quindi cominciato le manovre cardio-rianimatorie secondo il protocollo.

Il cardiochirurgo Edoardo Zingarelli, consapevole che il sangue fuoriuscito dall’aorta aveva riempito il pericardio ed impediva al cuore di contrarsi, ha eseguito immediatamente una pericardiocentesi. Grazie a un lungo ago è stato aspirato mezzo litro di versamento. Tuttavia, nonostante la manovra, il cuore non accennava tuttavia a ripartire.

A quel punto, data l’impossibilità che il paziente arrivasse vivo in sala operatoria, il personale medico ha deciso di operare in Pronto soccorso.

Sono stati avvertiti i cardioanestesisti, precipitatisi nella “shock room” dell’Area rossa. Contemporaneamente è stata chiamata in Pronto soccorso anche l’équipe infermieristica, oltre a quella tecnica di perfusione.

Tra un massaggio e l’altro – fanno sapere dal Mauriziano – è stata realizzata una sternotomia in emergenza, con la rimozione dei coaguli dal pericardio. Il cuore ha ricominciato a battere. Solo a quel punto, dopo la messa in sicurezza, il paziente è stato portato nelle sale operatorie del blocco cardiovascolare.

A conclusione dell’intervento l’uomo è risultato in buone condizioni emodinamiche. C’era tuttavia un grosso dubbio rispetto alle sue funzioni neurologiche, a causa del prolungato arresto cardiaco. Il giorno dopo, tuttavia, il 69enne si è svegliato senza alcun deficit e dopo 3 giorni di cure presso la cardiorianimazione è stato trasferito presso il reparto di Cardiochirurgia. Attualmente è ricoverato, in buone condizioni generali, presso il reparto di Medicina Interna per completare l’iter diagnostico-terapeutico.

 

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