Una ricerca della Vanderbilt University starebbe mettendo a punto un sistema che si ispira alle ali delle cicale per intervenire chirurgicamente nelle operazioni di laringoplastica.
Nuove frontiere per la laringoplastica potrebbero arrivare dalle cicale. O, per meglio dire, dalla struttura delle loro ali.
È questa l’intuizione dei ricercatori della Vanderbilt University – in Tennesse – che stanno studiando un sistema capace di intervenire chirurgicamente sui pazienti con paralisi delle corde vocali, e che necessitano di laringoplastica. Un sistema che si ispira proprio alle ali delle cicale.
Protagonista di questo studio è Haoxiang Luo, specializzato in modelli computazionali.
Luo ha approfittato di uno sciame di cicale morte davanti al Campus, nel 2011, per creare in laboratorio un modello dei loro movimenti alari.
Insieme a un suo collaboratore, Bernard Rousseau, aveva notato alcune somiglianze tra il modo in cui le ali della cicala si muovevano e il movimento delle corde vocali umane.
Ebbene, partendo da questa intuizione si sono chiesti se questa somiglianza potesse essere impiegata chirurgicamente. E, nello specifico, negli interventi di laringoplastica.
Il National Institute of Health, proprio per questo, ha dato un assegno di ricerca di 5 anni per un ammontare di 2,4 milioni di dollari per portare avanti tale studio.
L’obiettivo era fare in modo che la squadra multidisciplinare della Vanderbilt potesse progettare un software. Questo dovrà aiutare i chirurghi a individuare soluzioni più mirate per gli interventi di laringoplastica.
Come noto, le corde vocali si trovano su entrambi i lati della laringe e devono unirsi e vibrare per produrre il suono.
Ebbene, lo studio si è concentrato sulla paralisi unilaterale delle corde vocali, ovvero quando una delle corde non riesce a chiudersi completamente contro l’altra.
Chi è affetto da questa condizione ha sempre la voce rauca e fa molta fatica a produrre suoni. Non solo. Tali soggetti si sentono senza fiato e hanno diversi problemi che incidono sulla qualità della loro vita.
Secondo Gaelyn Garrett, docente di otorinolaringoiatria e direttore del Vanderbilt Voice Center, “l’intervento di laringoplastica con la stabilizzazione della piega vocale ricrea una struttura tridimensionale con solo dati bidimensionali”.
“La simmetria delle vibrazioni fornita dal nuovo impianto 3D, progettato per il singolo paziente, dovrebbe dare risultati di voce più coerenti e ottimali”, ha affermato Garrett.
“In questo modo – sottolinea Luo, – simulando la dinamica del flusso d’aria il software del computer predice come l’impianto influirà sulle vibrazioni prima dell’intervento chirurgico”.
Un sistema che aiuterà “anche a capire i parametri ottimali dell’impianto come la sua forma, la sua dimensione e la sua posizione”.
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