Piera Mattioli, responsabile nazionale medicina fiscale Smi, sgombera il campo in merito alle bufale sulle nuove visite fiscali

Negli ultimi tempi, sono aumentate le bufale sulle nuove visite fiscali, la cui disciplina ha subito delle modifiche. A lanciare l’allarme è Piera Mattioli, responsabile nazionale medicina fiscale del Sindacato dei Medici Italiani.

“Con il nuovo sistema – chiarisce Mattioli – sono stati ridotti gli stanziamenti per i controlli di circa il 50% nel 2018 e rimane il buco nero del mancato potenziamento delle visite nel settore privato”.

Mattioli non risparmia critiche al Polo Unico, il nuovo sistema di controllo delle malattie per i dipendenti pubblici dell’Inps.

“Leggiamo in questi giorni – prosegue – vari articoli allarmanti ed inesatti sulle disposizioni previste dal nuovo regolamento sulle visite fiscali con decreto n. 206 del 17 ottobre 2017″.

Questo è stato pubblicato in Gazzetta il 29 dicembre del 2017 con entrata in vigore il 13 gennaio 2018.

Infatti, “da più parti si parla di controlli ripetuti nella stessa giornata, di spreco di risorse pubbliche, si invoca addirittura il controllo dei vigili urbani al posto dei medici fiscali”.

Pertanto, contro le bufale sulle nuove visite fiscali, la categoria ha il diritto di fare delle doverose precisazioni.

“Innanzitutto – afferma – nel regolamento non sono previste più visite nella stessa giornata ma è possibile che il controllo venga disposto sistematicamente e ripetutamente, anche in prossimità delle giornate festive, fermo restando quanto previsto dall’articolo 55-septies, comma5, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165″.

Una precisazione importante, questa, dato che di ciò si è ampiamente discusso.

“Infatti – ha spiegato Mattioli – le pubbliche amministrazioni dispongono per il controllo sulle assenze per malattia dei dipendenti”. Operazione che avviene “valutando la condotta complessiva del dipendente e gli oneri connessi all’effettuazione della visita”.

Il tutto, però, tenendo conto dell’esigenza di contrastare e prevenire l’assenteismo.

Il controllo è in ogni caso richiesto sin dal primo giorno. Quando cioè l’assenza si verifica nelle giornate precedenti o successive a quelle non lavorative.

“Quindi – ha proseguito Marrioli – controlli mirati e non ‘a gogò’ anche perché sono diverse le sentenze della Corte di Cassazione emesse in questi anni contro questo tipo di controllo vessatorio nei confronti dei lavoratori”.

“Per quanto riguarda, invece, il presunto spreco delle risorse pubbliche – conclude – ricordiamo che per l’accertamento medico-legale dei lavoratori in malattia venivano erogati alle regioni e quindi alle Asl 70 ml di euro”.

E tali risorse sono state molto ridimensionate con l’avvento del Polo Unico a 35 ml per 2018 e 50 per il 2019. Ne è nato un risparmio delle risorse pubbliche e non un aggravio.

“Il medico fiscale – prosegue – non ha il compito di sorvegliare che il lavoratore rispetti le fasce orarie di reperibilità, ma quello di constatare tramite anamnesi, dati obiettivi e diagnostici se sia o meno idoneo ad effettuare la sua attività lavorativa”.

Sembra quindi assurdo “che si chieda di sostituirlo con un vigile urbano o con agenzie investigative”.

La responsabile nazionale medicina fiscale Smi ha poi fatto un appello ai media.

“Vorremmo i giornalisti dedicassero più attenzione alla categoria dei medici fiscali Inps”. Una categoria composta da anni da “lavoratori precari, senza alcuna tutela (cosa impensabile in un paese civile) e senza alcuna stabilizzazione”.

Una circostanza “che ha permesso anche la riduzione dall’oggi al domani dei controlli sui lavoratori privati con aumento delle certificazioni di malattia e grave danno all’erario pubblico”.

 

 

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