Nei collegi peritali risulta troppo spesso che il medico legale sia il passacarte dello specialista e questo la categoria non può permetterselo.

A cosa serve il medico legale in un collegio peritale nei casi di responsabilità sanitaria? Io la risposta la saprei dare certamente in quanto il ruolo del medico legale si ritiene sia addirittura indispensabile (con pochi casi che però confermano la regola generale).

L’esperienza personale e non solo, però, evidenzia una situazione che ritengo sia imbarazzante per tutta la categoria.

All’ultima CTU a cui ho preso parte il ctu medico legale ha affermato senza vergogna: “dipende solo da lui”, riferendosi allo specialista gastroenterologo.

Tale gastroenterologo, nella bozza di CTU ricevuta in data 15 giugno, si firma come specialista gastroenterologo con “un master in medicina legale” (sic!) quindi, pensandoci bene, che bisogno aveva di un medico legale specialista?

Ma oggi non voglio parlare di questa bozza di ctu (che però pubblicherò nelle prossime settimane), ma della situazione angosciante in cui si trova la medicina legale quando si parla di responsabilità sanitaria.

Anche se, evidentemente, non condivido il pensiero, ogni tanto penso che il Consigliere Rossetti abbia ragione ad affermare che il medico legale serve solo quando, nei casi di responsabilità sanitaria, c’è da fare una valutazione del danno biologico. E tale pensiero sconfortante nasce dalle tante situazioni che, in giro per l’Italia, osservo attonito.

Ma a cosa è dovuta tale situazione?

Penso che le risposte si possano sintetizzare in una o più delle seguenti situazioni:

  • Ignoranza del medico legale delle questioni di diritto che stanno alla base dell’attività legata alla responsabilità sanitaria;
  • Pigrizia e strafottenza;
  • Guadagno facile a spese dello specialista che da solo redige la relazione;
  • Mancanza del desiderio di essere autorevoli.

Io non so cosa ne pensano gli autorevoli colleghi medico legali italiani (che non sono pochi), ma la categoria sta messa male e mi auguro veramente che l’obiettivo dei rinnovati “SIMLA” e “SISMLA” sia quello di combattere non solo per gli interessi economici della categoria, ma per ridarle splendore e autorevolezza.

Con spiacevole tristezza concludo.

Dr. Carmelo Galipò

(Pres. Accademia della Medicina Legale)

 

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2 Commenti

  1. Nel mio studio non si è mai verificata una simile “anomalia”. Tuttavia, in veste di c.t.p. mi sono sentito dire varie volte “Dipende da lui”, anche senza che io avessi chiesto nulla, com’è mia abitudine. In un caso mi sono dissociato dalla valutazione dello specialista. A mio avviso il ruolo del medico legale, nelle controversie in materia di responsabilità professionale, deve essere paritariamente complementare nell’esame del nesso di causalità ed assolutamente preponderante nella valutazione delle varie fattispecie di (eventuale) danno.
    Antonino Ripepi

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