Il Gip ha ravvisato una condotta colposa da parte di medici e infermieri che ebbero in cura il paziente. L’uomo, pensionato di 85anni, morì dopo una caduta nel 2016

Si è chiusa a Brindisi l’inchiesta per il decesso presso l’Ospedale cittadino di un pensionato di 85 anni che morì dopo una caduta. Il Gip ha disposto l’imputazione coatta per otto sanitari, tra medici e infermieri del reparto di Chirurgia, dopo che il Pm aveva chiesto l’archiviazione. Il magistrato ha infatti ritenuto sussistenti elementi tali da rendere necessaria l’azione penale. Il capo di imputazione è omicidio colposo.

L’anziano, secondo quanto ricostruito da Brindisi Report, era stato ricoverato il 28 maggio del 2016. Secondo la prima diagnosi aveva riportato un “politraumatismo con fratture costali III e IV sinistra e versamento pleurico nonché endoaddominale nel settore periepatico”. Tre giorni dopo, le sue condizioni cliniche si erano aggravate, sino al decesso constatato il 31 maggio.

La Procura aprì un fascicolo sulla vicenda, su esposto presentato da un avvocato penalista, in qualità di amministratrice di sostegno del pensionato. Il legale lamentava possibili condotte negligenti del personale sanitario.

L’esame autoptico evidenziò che la causa della morte poteva essere dovuta a un “progressivo cedimento della funzione cardiorespiratoria secondaria ad un politrauma toracoaddominale, da caduta accidentale, produttivo di lesioni fratturative costali a sinistra e lacerazioni spleniche con associato versamento pleurico bilaterale ed emorragia endoaddominale ingravescente”.

La relazione medico legale sottolineava il “progressivo trend in discesa dei valori di emoglobina, espressione del lento ma progressivo peggioramento del quadro emorragico”.

Secondo i consulenti, tuttavia, “le condotte attendistiche dei giorni 28, 29 e 30 maggio furono corrette”, mentre i dubbi si concentravano sull’ultimo giorno di vita del pensionato. Dalla cartella clinica del paziente, infatti, non risultavano effettuati “accertamenti di laboratorio ed emocromocitometrici il 31 maggio”.

Il Gip ha dato rilievo a quest’ultimo aspetto. “Nessuno dei medici che si sono succeduti in servizio – scrive – aveva ritenuto opportuno che il mattino seguente tale controllo venisse operato”. Una condotta, dunque, da considerare “omissiva” in quanto non avrebbe consentito di continuare a valutare l’evoluzione, probabilmente peggiorativa, del livello di emoglobina.

Secondo il magistrato, considerata l’età del paziente e le sue complessive condizioni cliniche, si deve ritenere che fosse necessario un monitoraggio costante. Un accertamento dei valori dell’emoglobina anche più volte al giorno.

Gli altri dubbi circa la possibile negligenza del personale sanitario derivano poi  dalla visita collegiale effettuata il 31 maggio.

Secondo i consulenti tale visita sarebbe stata condotta con genericità e superficialità. Infatti, non sarebbero state menzionate le misurazioni dei parametri vitali del paziente, come la frequenza e il polso. Sarebbe stata invece fornita l’indicazione di eseguire una consulenza ortopedica e neurologica, previo spostamento in un’altra stanza.

Il Gip, accogliendo la tesi dei periti ha ritenuto “inopportuna” tale decisione. Non può escludersi che proprio questo spostamento e le manovre invasive possano aver determinato “un ulteriore peggioramento delle già precarie condizioni del paziente”.

Secondo gli esperti, inoltre, sarebbe stata necessaria una “ecografia addominale che avrebbe consentito di monitorare lo stato emorragico”. L’accertamento avrebbe rappresentato, in ogni caso, uno strumento diagnostico non autosufficiente, né alternativo agli esami ematochimici “che nessuno si preoccupava di far eseguire quella mattina”.

Sulla base di tali elementi, in conclusione, il Giudice per le indagini preliminari ha ritenuto colposo, sotto il profilo della negligenza, l’operato degli otto indagati. Per i sanitari si rende necessario, quindi, il passaggio di fronte a un altro giudice, in funzione di gup e dovrà essere fissata un’udienza preliminare. Il Pm ha dieci giorni di tempo per procedere.

E’ stata invece accolta la richiesta di archiviazione per altri quattro indagati, fra medici e infermieri, per i quali il gip ha ritenuto di condividere le conclusioni del Pubblico ministero.

 

 

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