Secondo l’accusa il decesso dell’uomo era dovuto a una lesione della parete  gastrica conseguente all’intervento, ma la perizia disposta dal Tribunale ha escluso responsabilità da parte degli imputati

Due chirurghi, rispettivamente di Modena e di Bologna, sono stati assolti dal Tribunale di Modena  ‘perché il fatto non sussiste’ nell’ambito del processo per la morte, avvenuta nel 2009, di un paziente vicentino di 47 anni. L’uomo, 187 chili di peso per 183 centimetri di altezza, aveva deciso di affrontare il problema della sua super obesità mediante un intervento di bendaggio gastrico presso una struttura sanitaria del capoluogo di provincia emiliano.

Secondo la ricostruzione riportata dalla Gazzetta di Modena, l’operazione era riuscita e dopo due giorni il paziente era stato dimesso facendo ritorno al Paese di origine, in provincia di Vicenza. Dopo quarantotto ore però l’uomo si era presentato in Pronto soccorso lamentando forti dolori e gravi difficoltà respiratorie. I medici, non trovando nulla di anomalo dagli accertamenti svolti, lo avevano rimandato a casa dove, tuttavia, è stato trovato morto il giorno successivo.

L’inchiesta aperta dalla Procura di Vicenza e poi passata sotto la competenza della Procura di Modena ha visto la realizzazione di due consulenze mediche in base alla quali il Pubblico Ministero ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio dei chirurghi che avevano effettuato l’intervento. Secondo l’accusa, infatti, a causare il decesso sarebbe stata una lesione alla parete gastrica avvenuta durante la manovra di retropassaggio esofageo del bendaggio.

Nel corso del processo, tuttavia, è stata disposta una terza perizia che ha ribaltato l’esito delle due consulenze precedenti. Gli esperti incaricati dal Tribunale infatti non hanno rilevato alcuna lesione valutando inoltre correttamente l’operato dei due medici. Il giudice ha quindi ritenuto di assolvere i due imputati per assenza di qualsiasi collegamento tra il decesso del paziente e l’intervento effettuato pochi giorni prima.

 

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