È stato aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di 9 medici per il decesso di un uomo di 64 anni, morto dopo un ricovero in ospedale

Decesso sospetto per un uomo di 64 anni, morto dopo un ricovero in ospedale il 3 gennaio scorso. I fatti oggetto di indagine al Sant’Anna di Cona dove 9 medici sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla procura di Rovigo.

Il paziente – Luigi Marangoni, di 64 anni – era costretto in sedia a rotelle a causa di una grave forma di diabete.

L’uomo, morto dopo un ricovero in ospedale, aveva inoltre vari problemi di salute. Marangoni si era volontariamente trasferito il 10 dicembre scorso all’ospedale di Rovigo, dopo un lungo e difficile ricovero al Sant’Anna per curare una ferita al piede sinistro.

A sporgere denuncia è stata la compagna di Marangoni che, assistita dallo Studio 3A, ha fatto un esposto ai carabinieri di Ferrara.

Il titolare del procedimento è il pm Sabrina Duò, che ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di omicidio colposo a carico di nove sanitari del Sant’Anna, di cui otto appartenenti al reparto di Nefrologia e un internista.

Nel frattempo, si apprende che la procura ha già nominato un consulente tecnico.

Si tratta del medico legale Silvano Zancaner, che dovrà ora effettuare l’autopsia sul corpo di Marangoni. L’incarico verrà assegnato il prossimo 22 gennaio.

Da quanto è emerso, pare che Marangoni si fosse infortunato a un piede, forse a causa di un urto con una lampada, il 21 settembre scorso. L’uomo venne medicato a domicilio su consiglio del medico curante. A Ferrara – come riporta il quotidiano Estense.com – già il 1° settembre gli venne diagnosticato un processo necrotico a un dito del piede con lesioni post traumatiche.

A quel punto, i medici decisero di fargli iniziare una cura antibiotica e hanno poi programmato un controllo al sistema vascolare.

Il paziente però non solo non è migliorato, ma ha iniziato a soffrire di dolori al petto.

Segue poi un ricovero nel mese di ottobre e poi il 1° novembre. La gamba di Marangoni è già in necrosi, a quel punto, e il quadro clinico generale risulta piuttosto compromesso. Il paziente, infatti, oltre al diabete era in dialisi da alcuni anni e, sempre secondo fonti ospedaliere, era già stato colpito da un infarto.

Secondo quanto riporta il Sant’Anna, Marangoni viene poi ricoverato a Cona, dove sorgono problemi legati al temperamento dell’uomo. Qui rimane fino al 7 dicembre quando, nonostante il parere fortemente contrario dei medici, si dimette volontariamente al mattino per poi fare ritorno al pomeriggio, dopo che le sue condizioni si erano ulteriormente aggravate.

Marangoni ha poi deciso per una seconda dimissione volontaria – sconsigliata dai medici –ma decisa dalla moglie per andare in cura all’ospedale di Rovigo.

La ragione di tale trasferimento, come riporta la società che assiste la moglie, sarebbe la seguente.

“Durante la degenza i medici cambiano spesso la terapia e i medicinali, ma evidentemente trascurano l’infezione al piede, che pian piano ‘cammina’ e si sviluppa sempre più. L’effetto delle medicine sul paziente sono evidenti: il suo corpo comincia ad assumere sembianze disastrose, è bollente al tatto, presenta rossori diffusi in tutto il corpo che gli procurano anche un insopportabile prurito”.

Giunto a Rovigo, l’uomo è poi morto dopo il ricovero, a seguito della inevitabile amputazione del piede. Un intervento necessario, che però non è bastato a salvargli la vita.

 

 

 

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