L’ intervista video al Prof. Fabrizio Stocchi (IRCCS San Raffaele Pisana) e alla Dott.ssa Maria Francesca De Pandis (San Raffaele Cassino).

Si chiama AMPS – acronimo di Automated Mechanical Peripheral Stimulation – ed è un trattamento per la malattia di Parkinson messo a punto da un team di ricercatori svizzeri che si basa su una stimolazione non invasiva e senza effetti collaterali del sistema nervoso periferico. La terapia erogata con un dispositivo medico denominato GONDOLA, progettato per l’utilizzo domiciliare da parte del paziente, consente di migliorare il controllo dei sintomi motori senza la necessità di aggiungere ulteriori terapie farmacologiche a quelle già in uso.

L’impatto della malattia di Parkinson, patologia in crescita che interessa solo in Italia quasi 250mila pazienti, è gravato dall’evidenza che alcuni sintomi motori – soprattutto nelle fasi intermedie ed avanzate della malattia – non hanno adeguata risposta alle terapie farmacologiche, un aspetto che impatta sulla vita quotidiana e sulla sua qualità. Il soggetto malato presenta disturbi che gravano sulla capacità di muoversi, anche all’interno delle mura domestiche, e restringe progressivamente la sua autonomia.

I risultati di uno studio italiano condotto dal Prof. Fabrizio Stocchi, Responsabile del Centro per la cura e la diagnosi del Parkinson dell’IRCCS San Raffaele Pisana di Roma, ha coinvolto un gruppo di 35 pazienti, a diversi stadi di avanzamento della patologia (scala Hoehn & Yahr), sottoposti a una seduta di terapia AMPS somministrata con il dispositivo GONDOLA ed i risultati sono stati anche confrontati con quelli di un gruppo di controllo di 35 soggetti sani con analoghe caratteristiche fisiche.

Rispetto alle misurazioni effettuate prima della stimolazione e al gruppo di controllo, una seduta di terapia AMPS ha prodotto un miglioramento medio del 14,85% nella lunghezza del passo, del 14,77% nella velocità del cammino e del 29,91% nella propulsione. Questi risultati sono molto importanti, e sono coerenti con quelli di un precedente studio nel quale si è anche mostrato come, con la regolare ripetizione bisettimanale delle sessioni di stimolazione AMPS, i nuovi parametri motori si mantengano nel tempo.

«Il trattamento genera un’andatura più stabile e riduce le difficoltà del cammino, aspetti che migliorano la qualità della vita delle persone con Parkinson specialmente, negli stadi avanzati in cui il quadro motorio è maggiormente compromesso” afferma la Dott.ssa Francesca De Pandis Responsabile del Centro Parkinson del San Raffaele di Cassino – che chiosa – anche i risultati di questo studio sembrano confermare che la AMPS rappresenti una terapia promettete per la riabilitazione motoria dei pazienti».

Gli effetti positivi rimangono anche nel tempo. Ha documentato questo aspetto un altro studio clinico, recentemente pubblicato sull’International Journal of Rehabilitation Research nel quale sono stati studiati gli effetti a medio e lungo termine della terapia AMPS, erogata con Gondola. È stato osservato che, dopo un ciclo di tre settimane di stimolazioni, due a settimana, i principali parametri motori mantengono i benefici, già apprezzabili, misurati in acuto dopo la prima stimolazione. Inoltre, mentre tali miglioramenti rimangono nella misurazione effettuata 48 ore dopo l’ultimo trattamento di stimolazione Gondola, a distanza di dieci giorni dall’ultimo trattamento, gli effetti benefici mostrano un trend di regressione verso i valori iniziali pre-ciclo di stimolazioni. “Questo ha anche permesso di definire le modalità di somministrazione più corretta per mantenere gli effetti, e cioè che il trattamento per consentire al paziente di mantenere i benefici nel tempo, deve essere ripetuto due volte a settimana in via continuativa.

«La terapia AMPS permette alle persone con Parkinson di riacquisire l’indipendenza motoria e migliorare la qualità della vita: un fenomeno che osserviamo da anni nelle pratica clinica quotidiana e che viene ora confermato anche da questo studio» – afferma Francesco Cecchini Manara, Amministratore Delegato e Fondatore di Gondola Medical Technologies SA, la società che ha sviluppato la terapia AMPS e il dispositivo medico Gondola – «La costante ripetizione del trattamento permette di mantenere i benefici riducendo i sintomi motori che hanno un impatto sulla qualità di vita del paziente e di tutto il nucleo familiare. È, inoltre, il primo approccio terapeutico a disposizione di quei pazienti che, a causa del Parkinson, soffrono di Freezing della marcia».

Il trattamento inoltre mostra particolare efficacia nel miglioramento del ‘Freezing della marcia’. Va sottolineato che il ‘Freezing’ è un problema molto invalidante, frequente nei pazienti Parkinsoniani, caratteristico principalmente delle fasi intermedia ed avanzata della malattia e – nella maggior parte dei casi – non risponde ai trattamenti farmacologici; può causare gravi cadute e determinare inabilità allo svolgimento di molte attività quotidiane.

«L’insicurezza derivante dal Freezing della Marcia, che può presentarsi in qualunque momento della giornata, affligge i pazienti soprattutto quando sono è in mezzo ad altre persone –  continua Manara – ed è, insieme alla paura di cadere tra i fattori principali della perdita di autonomia nei pazienti Parkinsoniani; per questo ha un elevato impatto sulla qualità della vita. Inoltre, nei casi più gravi, le conseguenze delle cadute innescano complicazioni, anche gravi, che si inseriscono su un quadro clinico già compromesso dalla malattia richiedendo spesso ospedalizzazioni anche lunghe. Restituire sicurezza nel cammino ed equilibrio porta quindi benefici alla salute e alla qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie, oltre che a determinare una riduzione dei costi per il Sistema Sanitario e Assistenziale».

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