Anzitutto prima di iniziare con questo interessante articolo voglio rendere omaggio ad un collega che ci ha lasciato troppo presto, il dr Giancarlo Frattocchi dal quale ho imparato molte cose ed al quale forse non ho mai detto grazie abbastanza.

Caro Giancarlo che il viaggio ti sia leggero.

Dunque come avrete letto la scorsa settimana, ero in aggiornamento al Fisioforum 2016. Forum di avanguardie riabilitative presentate da fisioterapisti impegnati in ricerca in Italia ed in Europa.

Tra questi Firas Mourad (PT, OMT, CSMT, PGCert Sport & Exercise Medicine ).

Il dottor Mourad ha presentato un interessantissimo lavoro nel quale si parla di quei tanto conosciuti Crack che si sentono durante le manipolazioni vertebrali.

Diciamo anzitutto che è scientificamente provato che se il suono di cavitazione (popping sound) non si avverte, vuol dire che la manovra non è riuscita. In seconda istanza va anche detto che oltre il 50 % delle volte, il suono non proviene da dove l’operatore suppone provenga, ma solitamente uno o due livelli più in basso o più in alto.

Facciamo un esempio: vai dal fisioterapista che dopo una “attenta” analisi ti riscontra un blocco delle faccette articolari su D4 a destra. Ti posiziona ed esegue la manovra. Tu ti senti già meglio e l’operatore è pienamente soddisfatto di aver fatto il suo lavoro, poiché è riuscito nell’intento che si era con molta “attenzione” prefissato: quello di far scrocchiare la tua D4!

Avrai sicuramente notato che attenta ed attenzione le ho scritte in virgolettato… già! In effetti se dopo la manovra tu ti senti bene e questo non cambia, dopo le ricerche di Firas Mourad dovrebbe cambiare la considerazione che l’operatore ha delle sue capacità di valutazione. Infatti secondo gli studi più recenti (2015/2016) se facciamo riferimento all’esempio riportato, diciamo che il più delle volte l’operatore non sa davvero se il blocco sia in D4, solitamente sbaglia la localizzazione. Inoltre il Pop sound non è mai uno ma sono sempre più di uno (tre o quattro). Aggiungiamo che non avviene a destra ma può avvenire a destra, sinistra, o da entrambe le parti. Ma non è tutto. In un altro studio sono stati presi due gruppi e ad uno sono state fatte manipolazioni “attente”, cioè in distretti che si credevano colpiti da blocchi articolari, mentre al secondo gruppo sono state somministrate mobilizzazioni random su tratti random della colonna (per random si intende a caso). Beh i risultati di fine trattamento sono stati gli stessi!

Quindi?

La conclusione di questo articolo è rivolta sopratutto agli operatori ma anche a te che leggi per informarti.

Le mobilizzazioni articolari funzionano e questo è un dato di fatto per fortuna. L’aspetto a cui dobbiamo stare attenti invece è che forse dobbiamo considerarle come una manovra sicura e molto alla buona. Quindi mi dispiace dirlo, ma dovrebbe essere una manovra anche a buon mercato. Non è possibile che qualcuno ancora oggi per eseguire manovre di questo tipo riesca a sfilare agli utenti anche più di 80 euro per un trattamento di 20-30 minuti.

Ricordo a tutti che l’osteopatia non è una professione ma una tecnica!

Dr Paolo Scannavini

Fisioterapista e Kinesiologo

PNL Pratictioner

Mysa Trainer

Responsabile fisioterapia Coop MeRiBen

Fonti:

1- appunti personali Fisioforum 2016;

2- http://www.fisiobrain.com/web/2013/popping-sound-manipolazioni-rachide-cervicale-superiore.

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