A Urbino il caso di una ragazza islamica stuprata da un conoscente: aveva dato l’assenso solo per rapporti di tipo anale

Si erano conosciuti su Facebook e, dopo uno scambio di immagini intime, avevano deciso di incontrarsi. Inizia così il racconto della ragazza islamica stuprata da un conoscente, anche lui di fede islamica, finito alla sbarra per fatti risalenti all’8 gennaio 2015.
La ragazza islamica stuprata, di origini marocchine, aveva espressamente dichiarato di essere favorevole solo a rapporti anali, per preservare la propria verginità e giungere illibata alle nozze. Ma l’imputato, un ragazzo di Urbino, l’avrebbe costretta a subire anche un rapporto sessuale completo contro la sua volontà, così come riportato nel verbale dell’udienza del febbraio scorso.
Stando alle ricostruzioni dell’accusa, l’imputato avrebbe conosciuto la ragazza tramite il famoso social network. Dopo due mesi di contatti su Facebook, durante i quali era avvenuto uno scambio piuttosto fitto di immagini pornografiche che li ritraevano, rispettivamente, in pose inequivocabili, i due ragazzi avevano stabilito di incontrarsi a casa dell’uomo, nella quale sono stati consumati diversi rapporti. Fino, però, a quello che è stato definito dalla ragazza islamica stuprata, una vera e propria violenza sessuale. La presunta vittima, secondo ciò che emerge dal verbale dell’udienza, pare abbia riportato diverse ecchimosi sul braccio e sul petto che testimoniano della violenza.
La perdita della verginità ha, inoltre, determinato gravi conseguenze sociali per la ragazza islamica stuprata poiché, proprio in virtù del suo credo religioso, rischia di essere ripudiata dalla famiglia e dalla comunità islamica. Per comprendere a fondo la gravità di quanto subito agli occhi dell’Islam, basti pensate che prima di sposarsi nel suo Stato, il Marocco, è necessario presentare un certificato di verginità.
“La giovane considerava l’imputato come il suo ragazzo e si fidava di lui” ha dichiarato l’avvocato Francesca Santorelli, rappresentante della parte civile al processo.
L’aggressore, a sua volta islamico, rischia fino a 10 anni di reclusione. La prossima udienza sarà il 20 dicembre 2017 presso il tribunale di Urbino.
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