Nella Regione Campania nel solo 2016 si sono registrati quasi 50 mila casi di resistenza agli antibiotici. Un dato che preoccupa gli esperti

In Campania il tasso di resistenza agli antibiotici risulta essere tra i più alti d’Europa. A dirlo è il ‘Rapporto 2016 sulle antibiotico resistenze e sull’uso di antibiotici rilevati nelle strutture Ospedaliere della Campania’.

Dati che stanno mettendo in allarme gli esperti. Nel 2016, infatti, sono stati moltissimi i casi di infezioni da batteri antibiotico-resistenti rilevati in Campania. La stima riguarda i 20 laboratori aderenti al Sistema Regionale di Sorveglianza dell’Antibiotico Resistenza (Si.Re.Ar.).

Ma vediamo nel dettaglio cosa ha rilevato il rapporto sulla resistenza agli antibiotici.

Il 13,5% dei casi è stato di provenienza extraospedaliera. Escherichia coli (21,94%), Staphylococcus aureus (12,49%) e Klebsiella pneumoniae (8,90% ) i tre batteri riscontrati più frequentemente.

Mentre il Federico II (17,30% delle infezioni rilevate), il Cardarelli (14,66%) e il Ruggi di Salerno (8,79%) sono le strutture in cui si è registrato il maggior numero di casi.

Un altro dato interessante è quello dell’incidenza nei reparti ospedalieri.

Circa la metà dei casi sono stati rilevati in tre soli reparti: Terapia Intensiva (20,60% dei casi), Medicina (15,33%) e Chirurgia (14,20%).

Questo conferma un quadro epidemiologico allarmante, è vero. Ma occorre precisare “che l’analisi dei trend nel periodo 2013-2016 mostri pochi incrementi significativi (Aminopenicilline in E. coli e Fluorochinoloni in A. baumannii), mentre per alcuni principi attivi si osservano trend risultano in controtendenza”.

In particolare, “nell’ambito delle Enterobacteriaceae , le resistenze espresse da parte di E. coli e K. Pneumoniae alle principali classi di principi attivi resta molto elevata rispetto ai contesti sovra regionali (Italia ed Europa), ed in particolare gli isolati invasivi di K. pneumoniae mostrano ancora livelli di resistenza ai Carbapenemi tra i più elevati d’Europa”.

Nell’ambito dei Gram-positivi, l’espressione della meticillio-resistenza da parte degli isolati invasivi di S. aureus rilevata in Campania è ancora tra le più elevate d’Europa.

Tuttavia, “nel caso dello S. pneumoniae, la resistenza alla Penicillina ha mostrato un trend in decremento significativo nel periodo 2013-2016”.

Un capitolo a parte è quello delle infezioni in ospedale.

“Nell’ambito dei patogeni nosocomiali, quali P. aeruginosa ed A. baumannii complex – si legge – le forme multi-resistenti restano più frequenti, sia rispetto al contesto nazionale che a quello europeo; un dato in controtendenza è rappresentato dal trend della resistenza di P. aeruginosa agli Aminoglicosidi, che è in diminuzone nel periodo 2013-2016”.

In conclusione, il rapporto ha evidenziato come “la profilassi medica è ancora una indicazione prioritaria, mentre la profilassi chirurgica continua ad essere utilizzata con modalità poco aderenti alle Linee Guida”.

Questo sia per la scelta dei principi attivi che per le modalità e i tempi di somministrazione. Insomma, ci sono margini importanti di miglioramento.

Infine, sembra importante diffondere e introdurre nella pratica clinica alcuni elementi.

Tra questi “i criteri di appropriatezza prescrittiva adeguati alla gravità della situazione dell’antibiotico resistenza in Campania, favorendo la diffusione delle attività di stewardship antibiotica”.

 

 

 

 

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