Responsabilità civile della Pubblica Amministrazione per fatto illecito dei dipendenti

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Qualora il datore di lavoro sia una Pubblica Amministrazione o un Ente Pubblico, o incaricato di pubblico servizio, per la sussistenza del rapporto di occasionalità necessaria tra mansioni del dipendente ed il fatto illecito “occorre che il comportamento del reo possa dirsi in linea con le finalità proprie del datore di lavoro” (Cassazione penale, sez. IV., dep. 15 dicembre 2023, n. 50097).

I fatti

L’imputato, in qualità di dipendente dell’Atac s.p.a., in servizio presso la metropolitana di Roma, per colpa generica ed in violazione degli ordini di servizio (ovverosia l’utilizzo esclusivo delle chiavi di emergenza per lo sblocco degli ascensori da parte delle persone autorizzate alle operazioni di soccorso), interveniva di propria iniziativa per liberare gli occupanti di un ascensore bloccato, una donna e il figlio di 4 anni.
Per liberare l’ascensore, l’imputato intraprendeva una rischiosa manovra di apertura di emergenza delle porte dell’ascensore bloccato in corrispondenza del vano di un ascensore affiancato, senza avvertire gli occupanti del varco di 40 cm tra le due cabine e senza avvalersi di apposito dispositivo di collegamento, causando la morte del bambino che precipitava nel varco creatosi tra i vani degli ascensori affiancati, cadendo da un’altezza di oltre venti metri.

La vicenda giudiziaria

Con sentenza del 1 dicembre 2022, La Corte d’Appello di Roma, in parziale riforma della sentenza del Tribunale di Roma, appellata dal lavoratore e dai responsabili civili Atac s.p.a. e “Le Assicurazioni di Roma – Mutua Assicuratrice Romana”, ritenute le circostanze attenuanti generiche prevalenti sulla contestata aggravante, riduceva la pena inflitta al lavoratore in quella di mesi 8 di reclusione, rideterminando in 100.000 euro la somma liquidata a titolo di provvisionale in favore di ciascuna delle parti civili costituite. Confermata nel resto la sentenza di primo grado che aveva ritenuto responsabile il lavoratore del reato di omicidio colposo commesso con violazione delle norme sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro.

Entrambi i Giudici di merito ritenevano sussistente la penale responsabilità del lavoratore in ordine al reato a lui ascritto, ravvisando a suo carico profili di colpa generici e specifici, consistiti anche nella violazione del “regolamento di esercizio ascensori ad uso pubblico” installati nelle stazioni delle linee ferroviarie regionali e nelle metropolitane.

L’imputato ed il responsabile civile “Le assicurazioni di Roma – Mutua Assicuratrice Romana” propongono ricorso per Cassazione che rigetta le censure.

La soluzione della Suprema Corte

«[…] la responsabilità della Pubblica Amministrazione deve ritenersi sussistente laddove il comportamento illecito del dipendente – ancorché deviato per violazione di norme regolamentari o per eccesso di potere – risulti comunque finalizzato al raggiungimento dei fini istituzionali, rimanendo in tal senso insensibile il rapporto organico all’azione illecita con il conseguente coerente coinvolgimento dell’ente stesso nell’obbligo risarcitorio».

Con riferimento alle doglianze del lavoratore, gli Ermellini evidenziano l’assenza di elementi concreti idonei a fare ritenere sussistente la scriminante, nemmeno in forma putativa, con particolare riferimento alla condizione di grave pericolo ed al fatto che lo stesso non fosse in altro modo evitabile.

Venendo, invece, alle doglianze del responsabile civile, la Suprema Corte evidenzia che i Giudici di secondo grado, seppur riconoscendo che l’imputato agiva per spirito di altruismo, rimodulavano la pena ma senza alcun riflesso sulla valutazione di responsabilità dello stesso. Inoltre, i medesimi Giudici, correttamente hanno applicato il rapporto di occasionalità necessaria tra mansioni del dipendente e fatto illecito, sulla base di precedenti giurisprudenziali statuenti che in tutte le ipotesi in cui il dipendente sfrutta i compiti da lui svolti, indipendentemente dall’avere agito oltre le proprie incombenze o dall’avere violato gli obblighi impostigli, il rapporto di occasionalità necessaria viene meno solo quando il dipendente commette un illecito per finalità di carattere esclusivamente personale.

Conclusivamente, la Suprema Corte rigetta sia il ricorso del lavoratore, sia quello del responsabile civile.

Avv. Emanuela Foligno

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