La donna era sottoposta a continue vessazioni fisiche e psichiche; tra queste anche l’accusa di non essere ‘illibata’ al momento del loro primo incontro

In stato di ubriachezza aveva picchiato la convivente e l’aveva gettata sul letto, colpendola con un cutter e costringendola a subire atti sessuali, consistiti in almeno tre rapporti sessuali completi. Per tale condotta un uomo era stato condannato in primo in grado e in appello dalla Corte territoriale di Bologna per ‘i reati di maltrattamenti in famiglia’ e di ‘stalking’, disciplinati rispettivamente dagli articoli 572 e 609 bis del codice penale.
L’imputato veniva riconosciuto colpevole, anche perché “picchiando la convivente e rinfacciandole continuamente l’assenza della verginità al momento del loro incontro, la maltrattava con continue vessazioni fisiche e psichiche”.
Ritenendo ingiusta la decisione dei giudici di merito, il condannato aveva quindi proposto ricorso per Cassazione, evidenziando come la sentenza fosse stata emessa sulla base delle sole dichiarazioni rese dalla persona offesa, che dovevano, invece, considerarsi inattendibili, oltre che smentite dall’esito negativo della visita ginecologica, che avrebbe dovuto rilevare la sussistenza dei fatti contestati.
La Corte di Cassazione penale, tuttavia, con la sentenza n. 18908 /2017, ha ritenuto di rigettare il ricorso, in quanto infondato. Secondo i Giudici del Palazzaccio, infatti, la Corte d’appello aveva adeguatamente e coerentemente motivato la propria decisione, considerando attendibile la persona offesa, in virtù “di tutte le dichiarazioni e circostanze del caso concreto e di tutti gli elementi acquisiti al processo”.
Il Giudice di secondo grado aveva correttamente evidenziato come la vittima avesse confidato della grave situazione nella quale il suo rapporto di convivenza con l’imputato era precipitato, riferendo della costrizione ai rapporti sessuali e delle botte sia a una collega di lavoro che ai propri datori di lavoro, i quali, proprio dopo l’episodio finale che aveva posto fine alla convivenza, le avevano dato ospitalità.

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