Il ragazzo, ritenuto responsabile del decesso di un 79enne, è stato risarcito per danno biologico in quanto, dopo l’incidente, sarebbe caduto in uno stato depressivo che lo avrebbe costretto a ricorrere alle cure di diversi specialisti. Il giovane è stato condannato a 8 mesi

Risarcito per danno biologico in quanto riconosciuto vittima di una forte depressione in seguito a un incidente stradale. Lo stesso incidente che gli è costato una condanna per omicidio stradale ai sensi della legge n. 41/2016.  E’ quanto accaduto, come riporta il Tirreno, a un giovane 23enne della provincia di Pisa.

Il sinistro risale al maggio del 2017. Il giovane, alla guida della sua auto, centrò un motocarro Ape provocando la morte di un 79enne del suo stesso Paese. Il Gup, nelle scorse ore, al termine del rito abbreviato chiesto dal legale della difesa, ha inflitto all’imputato una pena (sospesa) di 8 mesi. Disposta, inoltre, la revoca della patente per la quale, in base alla normativa vigente, potrà sostenere di nuovo gli esami non prima di 5 anni.

Nel corso del procedimento, accusa e difesa avrebbero prodotto perizie con conclusioni diverse in relazione alla velocità del veicolo. Per l’accusa la vettura viaggiava a circa 80-85 km/h; per il consulente della difesa, invece, non superava i 70 Km/h.

Alla fine il Giudice, nella sentenza, ha escluso l’aggravante contestata dalla Procura della velocità eccessiva in centro abitato. Ha invece concesso al giovane – riferisce il Tirreno – l’attenuante speciale del concorso della persona offesa nel verificarsi del sinistro.

Il 23enne, dopo l’accaduto sarebbe caduto in depressione  dovendo ricorrere alle cure di diversi specialisti. Per tale motivo gli è stato riconosciuto, a livello assicurativo, un risarcimento per il danno biologico accertato dai medici.

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