Borgese (SMI – Settori convenzionati Est 118): riconoscimento del ruolo unico del medico dell’emergenza che svolge le sue attività nell’ambito ospedaliero e pre-ospedaliero
“Una prima risposta per colmare la carenza di medici specialisti nel nostro Paese”. Così Maurizio Borgese, Responsabile Nazionale SMI-Settore convenzionati Est (emergenza servizio territoriale) 118 su quanto previsto dal Decreto Semplificazioni all’esame del Senato.
Il provvedimento apre alla possibilità di partecipare ai concorsi in programma fino al 31 dicembre 2019 a chi possiede almeno quattro anni di esperienza lavorativa, anche non continuativa, presso i servizi di emergenza-urgenza in ospedale.
Il requisito deve essere comprovato da contratti a tempo determinato, di collaborazione coordinata e continuativa o da altre forme di rapporto di lavoro flessibile. In alternativa, occorre un documentato numero di ore di attività che sia equivalente ad almeno quattro anni di servizio del personale medico del SSN a tempo pieno.
“Lo SMI – prosegue Borgese – si sta adoperando in queste ore affinché gli effetti dell’emendamento vengano estesi anche ai medici dell’ Emergenza Territoriale”. In tal modo si colmerebbero anche in quel contesto, secondo il Sindacato, i vuoti di organico e il rischio di una mancanza di assistenza.
“Allo stesso tempo ci stiamo battendo per il riconoscimento del ruolo unico del medico dell’emergenza che svolge le sue attività nell’ambito ospedaliero e pre-ospedaliero”.
L’obiettivo, inoltre, è quello di “estendere l’ingresso alla specialità in modalità sovrannumeraria non retribuita e senza interruzione di servizio”.
“Il ruolo del medico EST 118 – sottolinea Borgese – rappresenta un anello fondamentale nella catena dell’assistenza pubblica sanitaria”. Il Sindacato, dunque, si adopererà affinché tale ruolo venga sempre considerato e tutelato al pari di tutte le altre figure presenti nelle aziende sanitarie.
“Ai medici e al personale sanitario dei servizi territoriali di emergenza va garantito il riconoscimento di lavoro usurante, gli incentivi economici, la possibilità di carriera e maggiori condizioni di sicurezza . Sono diritti fondamentali – conclude il rappresentante dello SMI – per tutelare i medici, il personale sanitario e garantire la salute dei pazienti”.
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