Il protocollo applicato a Torino è approvato dal Centro Trapianti Regionale e Nazionale. Per la Regione Piemonte si tratta di una prima assoluta

A Torino una tragedia si è trasformata in una donazione senza frontiere. Un giovane uomo di soli 40 anni è morto ieri a causa di un malore che ne ha provocato la precipitazione sul luogo di lavoro. Un infarto acuto non gli ha dato alcuna possibilità di sopravvivenza, nonostante gli strenui tentativi di rianimazione.

Dopo la constatazione del decesso, i sanitari dell’Ospedale Maria Vittoria, ottenuto il consenso della famiglia, hanno proceduto al prelievo di polmoni a cuore fermo, senza supporto di circolazione extracorporea. Il protocollo, applicato per la prima volta nella Regione Piemonte, è approvato dal Centro Trapianti Regionale e Nazionale.

Il donatore è stato sottoposto a Tac per escludere ogni eventuale patologia e garantirne l’idoneità al trapianto. Quindi, è stato posto in modalità di assistenza respiratoria denominata CPAP, continuous positive airway pressure, un’assistenza respiratoria a pressione positiva continua. La tecnica consente di mantenere gli alveoli polmonari aperti senza sovradistenderli, in modo da evitare il collasso polmonare in assenza in battito cardiaco. Contemporaneamente è stato espletato l’iter burocratico autorizzativo, informando anche il magistrato di turno.

Una volta messo in sicurezza l’organo da prelevare, sono intervenuti cardiochirurghi, che hanno eseguito in blocco il prelievo di cuore e polmone.

Dal cuore potranno essere trapiantate le valvole cardiache, mentre i polmoni potranno essere trapiantati in toto dopo ricondizionamento. “Le evidenze scientifiche – sottolinea in una nota la struttura – hanno stabilito l’ottima funzionalità dei polmoni ricondizionati prelevati da cadavere, pari o addirittura superiore a quelli prelevati a cuore battente”

Il Direttore Generale ASL Città di Torino, Valerio Fabio Alberti parla di “un grandissimo gesto di generosità della famiglia, cui siamo tutti vicini nel dolore e grati per la possibilità concessa di aprire nuove frontiere di trattamento nella nostra Regione”.

 

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