Trapianto del rene da donatore vivente, San Camillo di Roma struttura d’eccellenza

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Realizzati 2 interventi negli ultimi 7 giorni. Nessuna conseguenza vitale per chi dona; innumerevoli vantaggi per i riceventi e per il Ssn

Due trapianti di rene da donatore vivente in sette giorni; 30 negli ultimi quattro anni. Il Centro interaziendale dell’Ospedale San Camillo Forlanini di Roma si conferma struttura di eccellenza e punto di riferimento per quanto riguarda questa tipologia di intervento.

Per quanto riguarda gli ultimi due casi, il primo intervento – spiega Massimo Iappelli, responsabile del programma trapianto di rene – ha riguardato due fratelli di 32 e 29 anni, il minore dei quali era in dialisi da tempo e ha avuto trapiantato il rene donato dal fratello. L’intervento è durato complessivamente sei ore, e il donatore è stato dimesso dopo tre giorni. Il secondo caso, definito tecnicamente ‘trapianto di rene pre-empitive’, è stato eseguito su una donna di 48 anni, seguita come la prima coppia dalla Nefrologia del San Camillo, che ha ricevuto l’organo dal marito. Questo tipo di trapianto viene effettuato su pazienti non ancora dializzati, su i quali i risultati a lungo termine sono migliori rispetto a quelli già in trattamento dialitico“.

Il trapianto da donatore vivente permette a un consanguineo o non consanguineo di donare l’organo. Nello specifico, il donatore non subisce modifiche vitali di nessun tipo. Superato il trauma dell’intervento necessario alla donazione, si ritorna in tempi brevi al normale svolgimento delle proprie funzioni lavorative di vita. “Il trapianto di rene da donatore vivente – afferma ancora Iapelli – è un’opportunità che permette di centrare tre importanti obiettivi: evitare la dialisi, ridurre i tempi d’attesa per avere l’organo da trapiantare, e conoscere anticipatamente le caratteristiche del donatore e quindi la qualità dell’organo da trapiantare“.

Il trapianto da donatore vivente permette, inoltre, di evitare le criticità potenzialmente riscontrabili nei trapianti di reni da non viventi: in quest’ultimo caso infatti spesso le caratteristiche degli organi presentano delle incognite in quanto provengono da donatori avanti con gli anni. “Potenzialmente siamo tutti donatori per trapianto da vivente – dichiara Paolo De Paolis, responsabile della Nefrologia del San Camillo – Diventiamo donatori effettivi solo dopo gli accurati controlli clinici, immunologici e medici previsti dalle linee guida che regolano i trapianti“. A fronte delle indiscutibili ricadute positive in termini di qualità della vita sui pazienti soggetti a dialisi, e in termini economici a carico del sistema sanitario pubblico, “il gesto di donare un rene – concludono dal San Camillo – è in assoluto un ‘gesto d’amore’ che permette di incidere in maniera significativa nei confronti del prossimo a cui si offre la possibilità di una vita normale libero dalla dialisi”.

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